domenica 31 agosto 2014

Luciano Boscotrecase non è più tra noi



Il professore ingegnere Luciano Boscotrecase, il giorno del compleanno 2013 (foto di C. Discepolo)


Alcune foto della sua festa di compleanno, per gli 80 anni (2013)





Con le adorate figlie, Daniela e Chicca




Con se stesso, giovane ordinario di Statica, prima all'Università di Napoli e poi all'Università di Roma





Alla festa dei suoi 80 anni, con la Sorella, i Fratelli, i Cognati/Cognate, i Nipoti...




Alcuni tra i suoi libri










Con l'amatissima nipotina Smilla








Luciano Boscotrecase non è più tra noi.


Ci ha lasciato pochi minuti fa, alle 21.45.


Padre di Daniela e di Chicca, si è spento all’ospedale Fatebenefratelli di Napoli a seguito di una embolia polmonare. Fortunatamente gli sono stati evitati i dolori terminali per un tumore che aveva combattuto negli ultimi anni.

Io ho avuto il privilegio di conoscerlo, di stimarlo e di volergli bene, come genero e come uomo.


Se n’è andato stretto in mezzo all’amore delle figlie, dei due fratelli e della sorella, della ex moglie e di tante persone care che lo ammirarono per la sua semplicità, ma anche per la sua grandezza.

Fu ingegnere e professore del Politecnico e di Architettura per tutta la vita, amato da generazioni e generazioni di studenti che si formarono sui suoi libri di testo.
Una mente matematica che insegnò ai massimi livelli Statica e Scienza delle Costruzioni.
Fu tra i professori di ruolo più giovani del nostro Paese.

Non fu mai uno sportivo, ma amava il calcio e seguiva tutte le partite del suo adorato Napoli.
Da giovane guidava una vettura Alfa Romeo decappottabile e un motoscafo ‘Super Positano’.
Era socio di un noto circolo nautico napoletano, amava vestire bene e nella parte di mezzo della sua vita frequentò anche discoteche e locali di moda tra Napoli, Capri e Roma. Molti lo ricordano ancora con un bicchiere di scotch nella mano destra, nelle calde serate estive, sempre in compagnia di belle signore e di cari amici di un’intera vita.
Non guardava mai film violenti e preferiva le commedie americane, seguiva quasi tutte le partite del calcio senza mai perderne una del Napoli; amava trasmissioni televisive come Montalbano e il serial Capri.

Fu sempre una persona semplice, nonostante i titoli accademici.

Il battesimo del nostro incontro fu spontaneo come tutte le sue manifestazioni di Ariete (era nato a Napoli il 18 Aprile 1933,  alle 10.15 del mattino ed è deceduto due giorni dopo il compleanno della ex moglie che gli è stata al fianco nelle ultime ore).

Alcuni mesi dopo la mia separazione dalla mia ex moglie, iniziai a frequentare Daniela e la invitai a cena, portandole delle orchidee.
Daniela, tornando a casa, incontrò il padre che allora viveva con lei in alcuni giorni della settimana e gli disse: “Papà, Ciro Discepolo mi sta facendo la corte!”

E lui, senza dire altro, alzando le braccia, esclamò: “Fai quello che vuoi, ma io non parto!”.

Ecco, questo fu il battesimo un po’ brusco nei nostri rapporti, ma che divennero prestissimo cordiali e caratterizzati da una grande stima reciproca.

Io ammiravo in lui lo spessore della sua mente matematica e scientifica, l’onestà intellettuale e di vita, l’amore per la famiglia, la sobrietà, il dignitoso silenzio con cui cercava di non entrare mai più di tanto nelle vite delle persone che amava. Un suo obbiettivo preciso era quello di “non dare fastidio”.

L’ho accompagnato, in qualche modo, negli ultimi sei anni della sua vita e gli ho voluto molto bene, come un secondo padre, anche lui ingegnere come il mio.

Era condannato dalle conseguenze di un brutto tumore maligno alla prostata che gli fu asportata dodici anni fa. Erano seguiti due lustri di cure alle quali si era sempre sottoposto con pazienza e con dignità.
Amava la vita e avrebbe voluto vivere ancora. Fu attivo e autonomo fino a pochi mesi fa e soltanto da questa estate aveva conosciuto un rapido e inarrestabile declino.

Con il tempo aveva apprezzato anche il mio modo di pensare e si ritrovava su moltissime mie scelte, per esempio i miei ristornati preferiti, a Napoli e in Costiera, erano anche i suoi, e così i negozi di cravatte, di camicie, di abiti…


La sua malattia, declinatami direttamente in faccia in tutte le sue forme e in tutte le sue scale di intensità, mi ha insegnato delle cose.
Oggi, alla luce di queste conoscenze, non mi sentirei di condannare tout court la chemioterapia e la medicina tradizionale.
Tutti sanno quali siano i miei orientamenti da questo punto di vista e quanta importanza io dia alle cure omeopatiche e alternative, ma proprio seguendo il lungo percorso di malattia di quest’uomo a cui ho voluto molto bene, mi sono convinto che probabilmente egli non sarebbe vissuto tanto se non avesse avuto anche l’aiuto di nuovi farmaci sperimentali, soprattutto, del genere ormonale.

Da ingegnere e da matematico egli tentava di matematizzare anche l’incedere della propria malattia e per tale motivo era stato ottimista e coraggiosissimo fino all'inizio di questa estate quando il valore del PSA si era tenuto pressoché costante, da molti anni a questa parte.
Poi, quando lo stesso aveva iniziato a raddoppiare ogni mese, lo aveva preso un grosso sconforto e si iniziavano a leggere, sul suo viso, i segni più certi di un profondo scoraggiamento.

Anche in questi momenti Luciano non tentava mai di “invadere lo spazio altrui” e invitava le due figlie a continuare la propria vita: Chicca e Daniela erano presenti al massimo, ma non per sua richiesta.

Il professore Boscotrecase ha incarnato, sotto molti punti di vista, l’essenza del vero gentiluomo napoletano, come ce ne sono davvero pochissimi ancora, retaggio di una immensa civiltà che ebbe nei secoli passati il suo massimo splendore quando Napoli fu capitale morale d’Europa insieme a Parigi.

Anche lui con il suo Vaio Sony seguiva ogni mattina la posta elettronica, teneva in ordine i propri conti, guardava le foto che gli mandavamo…
Scendeva a fare una passeggiata e a prendere il caffè tra via dei Mille e via Lomonaco dove abitò praticamente per quasi tutta la vita.

D’estate amava trascorrere un paio di settimane nella sua adorata Capri, ma quest’anno era stato vicino a Daniela e a me a Sant’Agata sui due Golfi, per un quindicina di giorni: la malattia se lo stava già prendendo, ma era riuscito a strapparle ancora poche ore di serenità a fianco alla figlia e in un ambiente sereno e accogliente.

Poi la caduta verticale di questi ultimi giorni.

Questa mattina il medico di guardia del Fatebenefratelli ci aveva avvertiti che non avrebbe superato il pomeriggio e Daniela, che è persona ultrasensibile e anche piuttosto percettiva in senso extrasensoriale, aveva commentato: “Sono sicura che Papà aspetterà la fine della partita del Napoli”... e così è stato.

Adesso il professor Boscotrecase riposerà in pace nel meraviglioso cimitero di Vico Equense dove pochi anni fa le due figlie acquistarono per lui un loculo.


Grazie, Luciano, è stato un grande privilegio conoscerti e non ti dimenticherò mai!





Massa Lubrense, Pasqua 2014, con la ex moglie, Rossella Savarese, con i generi Claudio e Ciro e con le figlie Daniela e Chicca




L'ultima dimora da vivo, l'ospedale Fatebenefratelli di Napoli, poche ore fa



Uno degli ultimi momenti felici: Plenilunio di Luglio 2014, al Circolo Italia, Borgo Marinaro di Napoli, con Daniela






Breve aggiornamento del 1° Settembre 2014


Grazie a Tutti, anche da parte di Daniela, per le condoglianze.
Oggi, in segno di lutto per la grave perdita, questo blog non uscirà.
Non uscirà neanche domani e dopodomani perché mi troverò all'estero. Redigerò un nuovo blog giovedì prossimo. Siete invitati a non inviare nuovi post con quesiti perché quel giorno dovrò rispondere a molti messaggi di ieri. Grazie.





Beijing






Caro Ciro, ti scrivo per un amico: una bella Rs con venere e plutone in decima, ascendente in quinta e luna in quinta,urano in prima, senza nulla che violi le tue regole, la interpreti come positiva per l'amore( nuovo amore, ritorno...)
oppure, vista la posizione della luna, sarà solo desideri e fantasie ma poco di concreto? Questa persona ha avuto ultimi anni incerti e altalenanti in questo settore. Grazie di tutto, un abbraccio. 

Natalia


Cara  Natalia,
posta tutti i dati per permettermi un esame completo della situazione.








sono maria luisa e mi scusi Signor Ciro, vorrei sapere se uno stellium di mercurio, sole venere in 2 non potendo fare di meglio cosa mi porterà ? catastrofi economiche ?

Maria Luisa

No, a me sembra esattamente il contrario, ma posta tutti i dati e potrò risponderti meglio.








Il compleanno di Ale. ad Aksu, Cina, raccontato da lui stesso.

Una cronaca interessante e ben scritta che potrà essere assai utile a chi pensa che andare in Cina sia come andare sulla Luna... Notate, soprattutto, il valore di questo giovane, che vive soltanto del proprio lavoro, che si priva perfino di un panino in aeroporto e che legge Hemingway: un esempio per tutti!



Venerdì 22 Agosto 2014
E’ arrivato il momento di raccontare il viaggio che mi consentirà di trascorrere la rivoluzione solare mirata ad Aksu, in Cina, sarà esattamente la sesta consecutiva e spero che sia portatrice di gioie e novità esaltanti. La mattinata inizia subito con la sveglia alle cinque.  I bagagli, rigorosamente a mano per avere un viaggio più celere e pratico, sono pronti dalla sera precedente, consistono come sempre in uno zaino con indumenti vari, un beauty case e poi la custodia porta pc in cui ho incluso anche vari accessori per lo stesso ed infine tre libri, rispettivamente di Hemingway, Serrano e Cèline. Appena fatta colazione e sistemato tutto, esco ed ho sotto casa il taxi che avevo prenotato il giorno precedente, il quale arriva puntualissimo alle 5:30 e mi accompagna in aeroporto, per prendere il volo delle 7:10 che mi porterà a Parigi. Con l’autista scambio due chiacchiere, in sottofondo c’è la musica dei Doors, gli chiedo anche se conosce un autista bizzarro che una volta mi accompagnò a casa e mi diceva ossessivamente di prendere la licenza perché avrei lavorato dodici ore al giorno guadagnando un sacco di soldi come lui, che possiede a  quanto diceva una Ferrari e poi finiva col ripetere che tutti i meridionali non accettavano il suo consiglio perché sono scansafatiche e lui, nonostante un ictus, continuava quasi settantenne a lavorare perché ama i soldi e le macchine di lusso. Ovviamente l’autista conosceva il personaggio e mi elogiò perché non caddi nelle sue provocazioni stupide, alla fine era solo un povero Cristo desideroso di sfogarsi con i clienti, quanto alla Ferrari, la possiede, ma è un modello vecchio che tiene sempre in garage. Congedatomi da lui, arrivo a destinazione e, durante l’attesa , mentre degusto una pasta alla crema, mi arriva un sms su cui è scritto che il volo da Parigi a Pechino, delle ore 13:55, partirà in ritardo alle 16:10, di conseguenza dovrò attendere al  Charles De Gaulle per diverse ore in più di quanto pattuito precedentemente, ciò comunque non influirà sul viaggio stesso. Dovrò comunque sia avvisare in qualche modo il contatto cinese che mi doveva fare  arrivare l’autista a Pechino alle ore 5:45 per accompagnarmi in hotel, in quanto ovviamente arriverò dopo, esattamente alle 08:05 locali. Salito a bordo dell’aereo Air France, dopo i soliti riti, mi appresto a fare colazione e nel mentre mi leggo uno dei due quotidiani gratuiti offerti dalla compagnia di volo, evito “La Repubblica” e scelgo  “Il resto del Carlino” e poi mi diletto anche alla lettura di Hemingway. Il volo è piacevole ed il tempo passa in fretta, prendo una pasta al cioccolato a bordo per colazione, alle 8:45 atterriamo e, disbrigati i soliti riti del passaporto, salgo su di un autobus che mi porta direttamente al Gate 28, da cui poi prenderò il volo per la capitale cinese. Nel frattempo mi prodigo ad avvisare, una volta ottenuta la connessione al wi-fi aeroportuale, i miei referenti cinesi per sistemare questo inconveniente relativo al ritardo, così scrivo loro un’email ed avviso anche l’agenzia di viaggio italiana con la quale ho organizzato tutto quanto. Noto dopo un bel poco che non mi hanno risposto, ma non mi importa, il tassista cinese che arriverà capirà che il volo ha un ritardo e probabilmente tornerà dopo, altrimenti, male che vada, ne prendo un altro e poi eventualmente arriverò comunque in hotel. Mi faccio una bella passeggiata per ammazzare il tempo, gli spazi sono vasti e me lo permettono, scruto i negozi di abbigliamento ed accessori che portano quasi tutti firme italiane, è impraticabile acquistare cibo perché un semplice panino costa almeno sei euro e decido di risparmiarmi quei soldi perché tanto mangerò durante il volo e poi un breve digiuno non ha mai fatto male a nessuno. Intorno a me ci sono un sacco di passeggeri cinesi che attendono il volo con me, inizio già ad abituarmi alla loro vista sin da ora, alterno l’utilizzo del pc alla lettura oppure allo sgranchirmi le ossa camminando, non ho fretta ed il tempo passa serenamente. Dal display vedo che a Pechino la massima è di 37°, nuvoloso, suppongo per via dello smog, lo saprò solo una volta arrivato comunque. Durante questa attesa finisco di leggere il libro di Hemingway “Addio alle armi” e poi acquisto una bottiglietta da mezzo litro di Schweppes, dato che alla fine rimanere disidratati non è mai convenevole. Le poltroncine comunque sono abbastanza scomode, di conseguenza, come dicevo, alterno piacevolmente delle camminate all’utilizzo del pc, il metodo ammazza tempo funziona perfettamente, poi mi diletto ad osservare i passeggeri diretti a Lima, capitale peruviana e scruto anche quelli cinesi che prenderanno con me il volo. Mi piace molto osservare le persone in generale ed immaginare quale tipo di vita abbiano, se conducono un’esistenza serena e se sono in qualche maniera conformiste o meno, acculturate, educate, gentili, iraconde e via dicendo, l’abito non fa il monaco, comunque sia anche il modo di vestire e di acconciarsi è interessante per delineare la personalità di una persona, in qualche maniera il mio non è un esercizio di stampo morboso o da agente del KGB, ma è dovuto alla mia curiosità viscerale nei confronti degli individui, anche se sovente il genere umano lo detesto e lo considero a tratti fuori luogo su questo pianeta, troppo lontano ormai dalla natura, dal Divino quindi e, spesso, scontato quanto inutile. Ma tutto sommato, da un punto di vista prettamente scientifico, antropologico, umano e via discorrendo, è obiettivamente ricco di spunti, riflessioni ed osservazioni, impossibile non soffermarsi sull’umanità e rimanere impassibili e freddi, qualcosa, individualmente o collettivamente, facciamo suscitare, buono o cattivo che sia. Ad un certo punto mi accorgo, verso le 15, che il numero del Gate è cambiato, non c’è stato alcun annuncio vocale, l’ho solo evinto leggendo il monitor e vedendo che tutte le persone contemporaneamente abbandonavano di corsa i posti a sedere, di conseguenza devo recarmi con una certa fretta a quello nuovo, il 48 e percorro con una certa fretta tutto il percorso, dato che l’aeroporto è vastissimo ed è sempre meglio affrettarsi onde evitare di perdersi, ma il cammino alla fine è alquanto semplice, anche se la camminata a passo spedito dura quasi cinque minuti. Così, anche se non trovo un posto a sedere durante l’attesa, raggiungo la mia meta;  la “colonia” cinese è alquanto nutrita ed ho intravisto solo qualche persona europea, fra cui una coppia di amiche di una certa età italiane che hanno riscontrato come me il mancato annuncio vocale sul cambio di Gate, ma non è nulla, importante è stare sempre vigili ed accorti. Il volo Air France per Pechino doveva partire esattamente alle 16:10, ma invece, per ritardi sconosciuti, alle 16:50 eravamo in cabina in attesa del decollo, fino a quando, verso le 17:15, abbiamo lasciato la terra per volare in cielo. Nel frattempo allora ho iniziato a conversare con il passeggero alla mia destra, un tedesco della Baviera che si reca a Pechino per andare a trovare il fratello che lavora per una tv nazionale e sta facendo un reportage nella terra di Confucio. Parliamo di crisi economica, di Obama, Putin e della situazione in generale, però all’inizio sono più io a parlare e lui si limita ad ascoltare per poi darmi ragione, non so se per convinzione oppure per non farsi ulteriormente annoiare da me, ma siccome poi dice che ama noi italiani perché abbiamo un modo di porci meno freddo rispetto a loro e la nostra lingua la trova sonoramente piacevole, deduco che sia proprio una sua propensione teutonica e non altro, anche perché poi ricomincia a parlare di nuovo di dinamiche simili e dice la sua opinione in maniera più dettagliata, arrivando alle mie stesse identiche conclusioni fra l’altro, cosa che non cercavo. Mi racconta poi che ha visitato l’Italia spesso, dopo questo viaggio, con la famiglia si recherà nel versante veneto del  lago di Garda, è stato a Bologna e nelle principali città italiane, in Sardegna mai, ma ci andrà un giorno. Io non vedo l’ora di arrivare, anche perché poi più tempo passa e più arriverò in ritardo in aeroporto e spero che il buonsenso avvolga il mio autista per fare in modo che non se ne scappi e mi attenda, anche perché io ho pagato tutto, ho provato ad avvisare, nessuno mi ha risposto, di conseguenza non ho colpa alcuna se hanno ritardato il viaggio i signori di Air France. Se tutto andrà bene arriveremo prima delle nove del mattino nella capitale dell’ex Celeste Impero, avrò modo durante questo viaggio di passare il tempo dedicandomi alla lettura, al dormire, alle attività interattive (musica, giochi e film) e magari a scambiare ogni tanto quattro chiacchiere con il vicino di posto tedesco. Alla destra del tedesco (io sono di fianco all’oblò) ci sta una ragazza di Forlì, la quale comunque non ha grande interesse nel parlare, si è limitata a dire che studia lingue e che era la prima volta che si recava anche lei in Cina, poi ha proseguito a leggere un libro per i fatti suoi, del resto avrà le sue ragioni e non ho alcuna intenzione di forzare la mano, mi sembrerebbe una cosa indiscreta e da cafoni. Per quanto concerne il volo, i dati tecnici parlano di 8200 km circa da percorrere, un arrivo verso le 8:25 del mattino ore locali se tutto va bene, ad un’altitudine media di 9448 metri con una velocità di oltre 900 km orari massimi, sorvolando i cieli francesi, belgi, olandesi, tedeschi, scandinavi e l’immenso spazio russo-siberiano in nove ore abbondanti dunque, niente male! Come menù per la cena scelgo quello francese, non ho voglia di mangiare cinese in aereo, con rispetto parlando s’intende, perché onestamente non la ritengo una cucina appagante per il mio intestino ed i miei gusti. E’ l’ora di mangiare dunque, degusto del risotto con pollo, poi del pane, una porzione di cetriolini e di lenticchie, spicchi di mela, un tortino buonissimo con delle nocciole e da bere, a parte l’acqua, prendo due qualità diverse di vino francese in piccole bottigliette pratiche, infine anche un caffè che non guasta. La ragazza italiana, nel mentre, si scioglie un pochino, racconta che è appena ventenne, studia all’Orientale di Venezia ed ora fino a Gennaio sarà a Pechino per degli approfondimenti, parla bene l’inglese avendo anche la madre insegnante e poi ha vissuto diversi mesi durante le scuole superiori a Melbourne, in Australia, presso una casa famiglia, di conseguenza mi sembra che stia seguendo una via molto buona per il suo futuro, in quanto imparare delle lingue come l’inglese ed il cinese fa in modo che possa garantirsi un domani sul piano del lavoro molto positivo e mi congratulo che abbia questa volontà ed inoltre son contento che abbia voluto parlare con me, anche se capivo la sua riservatezza e non me ne preoccupavo affatto. Gli unici inconvenienti per i miei vicini di postazione sono la necessità che ho ogni tanto di andare in bagno, anche perché al primo stimolo ci vado per forza, in quanto quasi due anni fa ho avuto le coliche renali ed allora nulla mi ferma su questa cosa, comunque sia sono disponibilissimi e mi fanno passare senza remore, considerando che nelle prime cinque ore di volo ci sono andato ben tre volte, ma non ho altra scelta e trattenermi nuoce alla salute e basta. Il volo prosegue e nel mentre cerco di sonnecchiare, mi guardo “Il Signore degli Anelli II” in inglese, poi ritorniamo a mangiare, stavolta nel menù vi è purè di patate con salsiccia e poi un succo di arancia e dello yogurt,  riprendo un altro caffè, sono esausto e non vedo l’ora di atterrare.
Sabato 23 Agosto 2014
Sono le 8:25 del mattino e puntualmente si atterra a Pechino! Dall’alto osservo la situazione e vedo che vi è nel cielo una coltre di smog che penso sia perenne, comunque c’è un sacco di vegetazione. Prima di scendere compilo il modulo che mi hanno fornito le autorità cinesi, infine mi congedo dai miei compagni di viaggio, rispettivamente la giovane di Forlì ed il signore tedesco, mi reco alla dogana, consegno e ritiro il mio passaporto ed all’uscita trovo per fortuna il mio autista, il quale ha un foglio con il mio nome e cognome e sono ormai le nove del mattino. Non dialoghiamo purtroppo perché non parla affatto l’inglese, il viaggio dall’aeroporto sino all’hotel dura una mezzoretta, durante il tragitto noto un sacco di cavalcavia, di sopraelevate, l’autostrada è comoda, il traffico non è allucinante come ci si potrebbe immaginare, ma scorrevole, non fa molto caldo ed inoltre nella delimitazione delle carreggiate vi è una siepe continua, tipica delle autostrade tedesche ed inglesi per contrastare l’inquinamento e per bellezza, infine ancora tutto è contornato da alberi, ciò a mio avviso significa che le autorità cinesi, consce del fatto che vi è molto smog, cercano di lenire il tutto con una campagna di forestazione, anche perché le piante si vede che non sono cresciute spontaneamente, ma sono trapiantate. Pechino, di primo acchito, mi appare piena di grattacieli e modernissima, esattamente come me la immaginavo io, alle 9:30 arriviamo all’hotel, chiedo all’autista di venirmi a prendere il 25 Agosto per accompagnarmi in aeroporto e ci capiamo, sarà qui alle 6 in punto, dato che alle 9:00 avrò il volo per Urumqi e poi da lì ad Aksu, la mia meta, consegno il mio passaporto alla reception, mi regalano un tagliaunghie e delle carte da gioco cinesi, inoltre gli lascio come deposito cauzionale cinque euro, mi accompagnano alla camera, mi forniscono di password per internet, al posto della chiave ho una tessera elettronica. Non avendo ancora cambiato il denaro decido che lo farò con calma quando girerò per Pechino, ora sono stanchissimo, ho dormito veramente poco e devo riposare, ne ho necessità, le sei ore di fuso orario rispetto all’Italia si fanno sentire e quindi, dopo aver sistemato tutto, acceso l’aria condizionata e controllato la stanza, che ritengo accogliente quanto semplice, metto in carica il computer, non mi resta che riposarmi per bene, ne ho veramente bisogno. Alle 17:30 decido di alzarmi, scendo nella reception, chiedo dove possa cambiare il mio denaro e mi riferiscono che le banche sono ormai chiuse, mi restituiscono il passaporto che avevano tenuto per fare la fotocopia e poi segnalo che non mi funziona la connessione, la password, pur corretta, non funge. La ragazza della reception prende la tessera elettronica e praticamente la rifà per errore, non so come mai, così sono costretto ad attendere che possa rimediare. Una volta rifatta mi accompagna un ragazzo, ma avevano sbagliato codice ancora una volta, così devo attendere per rientrare in camera ancora un poco. Sistemato questo disguido guardiamo la connessione e riescono a risolvere, anche se non è affatto veloce. Infine, siccome non ho moneta locale, chiedo se cortesemente posso cenare in hotel pagando poi ovviamente il giorno dopo quando potrò cambiare il denaro. Non ci sono problemi a riguardo, così prenoto alle 20:30 la cena, dato che uscire ormai è praticamente impossibile, ormai  è tardi ed oggettivamente ancora ho un pochino di stanchezza addosso e desidero risparmiare energie per il giorno dopo, che sarà molto intenso. Ne approfitto anche per farmi dare una cartina di Pechino in modo tale da orientarmi al meglio perché appunto domani ho intenzione di girare tutto il giorno per la capitale cinese, in modo tale da poter visitare tutte le attrazioni principali, anche se poi il 27 sarò di nuovo qui ed avrò tempo per vedere ciò che non potrò ammirare domani. Scendo con qualche minuto di anticipo per cenare, mi reco alla reception per avvisare ed infine mi accomodo nella sala. Informo la ragazza del bancone circa l’accordo precedentemente pattuito sulle modalità di pagamento, ordino una bottiglia di birra cinese da mezzo litro, riso alla cantonese, dell’anatra tagliata a fettine non tanto sottili e delle patatine fritte. Non riesco assolutamente a mangiare tutto, il cibo è buonissimo, ma la quantità è esorbitante, finisco soltanto l’anatra e la birra, il resto non lo termino, eppure sono di forchetta buona, il totale ammonta a 90 yuan, appena 11 euro, ma ne valeva la pena assolutamente. Torno in camera, attivo la sveglia per le 8 del mattino, controllo che tutto sia in ordine e mi metto a letto per leggere un libro, prima di lasciarmi andare fra le braccia di Morfeo.
Domenica 24 Agosto 2014
Sono le otto del mattino in punto, suona la sveglia e di buona lena mi alzo per prepararmi, oggi sarà sicuramente una giornata intensa e desidero fare in modo che questa prima visita del mio viaggio a Pechino possa essere proficua. Scendo giù per fare colazione, onestamente è strapieno di zuppe e verdure, opto alla fine per dei biscottini, del latte e due crepes. Acquisto infine una bottiglietta di acqua che metto in conto con la cena di ieri, poi esco dall’hotel e mi incammino. La prima cosa che faccio è cercare una banca, che, anche se domenica, a quanto mi hanno detto, la posso trovare aperta. Chiedo indicazioni ad un gentile ragazzo e mi dirigo verso quest’ultima. Mi metto in fila ed un signore gentilmente mi cede il posto, così cambio in moneta locale i miei euro e mi dirigo verso la fermata della metropolitana, perché ho intenzione di recarmi alla Città Proibita e poi in piazza Tienanmen. Una ragazza molto carina mi aiuta ad acquistare il biglietto e poi mi indica quali fermate prendere con la metropolitana. Ho con me la cartina e dovrò seguire due linee, quella blu ed infine quella rossa. Il clima è molto piacevole, stanotte ha piovuto e probabilmente per questo la coltre di smog risulta assente, infatti il cielo è prettamente terso ed il sole con i suoi caldi raggi riscalda ovunque, ma non in maniera torrida. Salutata la ragazza cordialmente scendo in metropolitana, seguo le sue indicazioni e mi trovo infine proprio dinanzi all’ingresso della Città Proibita, dopo un viaggio di qualche decina di minuti. La metropolitana fra l’altro è molto ordinata ed è facile da utilizzare, non ho problemi nel muovermi al suo interno. Devo fare una fila abbastanza lunga dunque per entrare nella Città Proibita, comunque sia noto in generale che la città è bene organizzata, vi sono militari ogni tanto nei punti nevralgici e poi mi piace la pulizia che tengono nelle strade, in quanto si intravedono signori e signore che raccolgono letteralmente anche da mano le bottigliette di acqua vuote, penso tutto sia fatto anche per dare posti di lavoro, perché la Cina è veramente popolata, nonostante la legge indichi che una coppia può avere solo un figlio o figlia da oltre tre decenni ormai. Finalmente riesco ad accedere e davanti ai miei occhi, a parte una gigantografia di Mao all’ingresso iniziale, appare l’area che un tempo era la sede delle due principali dinastie imperiali cinesi, ossia i Ming ed i Qing. E’ un complesso veramente enorme, rimango basito e stupefatto per tale bellezza, capisco che se voglio girarlo per bene mi servirà effettivamente una guida che sappia spiegarmi le cose in inglese, altrimenti potrei perdermi dei dettagli storici molto interessanti. Neppure finito di pensare a ciò e mi si presenta una signora bassa, con un ombrellino blu, carnagione scura, mi dice che se lo desidero potrà darmi una mano, essendo una guida turistica, per addentrarmi in questo meraviglioso patrimonio dell’umanità. Dopo avere accettato, mi metto in accordo con lei per il denaro da darle, grazie al suo aiuto saltiamo la fila per fare il biglietto ed iniziamo la visita, durante la quale non posso smettere di fare fotografie, mentre lei, con mestiere e pazienza, mi spiega le cose. Bisogna camminare al sole, ma la cosa non mi spaventa affatto, è piacevole ammirare i palazzi, i tetti gialli perché questo colore era il simbolo imperiale, le pagode, il canale con il fossato, i ponti, tutte le lavorazioni nel dettaglio su pietra o legno, le statue in bronzo, tutto ciò è veramente fantastico. Mi racconta che almeno un milione di uomini lavorarono per costruirla in circa 14 anni, vi sono quasi mille edifici, è pieno di bellezze d’arte di ogni tipo, di raffigurazioni di dragoni, di archi, osservo anche la sala del trono, varie stanze per le concubine, che erano davvero tante, tutte segnate comunque da un destino crudele, ossia la morte quando l’Imperatore se ne stufava. Proseguendo in lontananza si scorge la collina sulla cui sommità troveremo il tempio con al suo interno il Buddha gigante, intanto raggiungiamo un mega parco bellissimo con bambù, fiori di loto ed altre naturalezze tipiche. Entriamo all’interno di un ristorante per prendere qualcosa da bere da una sua amica che ci lavora. Fortunatamente anche lei parla inglese, mi spiega la tradizione del thè, me ne fa degustare ben sei tipologie, nell’ordine del thè Oolong con latte, del Ginseng Oolong, thè verde Jasmine, thè nero con rose, del Pu’er thè e del thè alla frutta. Ogni volta che versa bisogna, per ringraziare, bussare due volte sul tavolo, poi acquisto alla fine del thè alla frutta e quello verde Jasmine ad un buon prezzo. Ci congediamo dalla ragazza ed arriviamo alla fine in cima alla collina salendo delle scale, dove ammiro la gigantesca statua del Buddha dorata, raffigurante lui allegro e grasso. Poi scorgo il panorama mozzafiato che domina tutta l’area adiacente ed alla fine mi dice che andremo con un taxi nel museo della seta, dove mi mostrerà come si ricava dai bachi tale prezioso tessuto. Arrivati, dopo aver pagato l’autista, entriamo in questo palazzo moderno dove, al secondo piano, una ragazza mi mostra una dozzina di tipi differenti di baco racchiusi in delle bottigliette di vetro, mi fa vedere i bozzoli e poi mi accompagna in una stanza dove un macchinario tira il filo e lo raggomitola. In un’altra stanza mi fanno vedere come preparano i materassi ed anche i piumini, che sono lavorati con un altro tipo di procedimento differente da quello solito, faccio addirittura la prova tirando la stoffa finemente lavorata per fare lo strato del materasso, stendendola su altri strati posti precedentemente da delle signore. Mi chiede se desidero acquistare qualcosa, ma, appena notato che una semplice polo costa un centinaio di euro, seppure di ottima qualità, rinuncio e non compro nulla. Sicuramente una donna si sarebbe sbizzarrita anche perché vi erano accessori di ogni tipo, vestiti e quanto altro, compresi anche cuscini e piumini imbottiti, ma non avendo amore per lo shopping francamente non mi importa. Peccato per i prezzi riguardanti delle tartarughine lavorate in pietra, altrimenti qualcosa avrei acquistato, come lo scorso anno in India. Salutata la ragazza, chiedo alla guida se può darmi una mano per raggiungere il Tempio del Cielo, dato che secondo me posso fare in tempo. All’inizio dice che lo fa solo se le darò 200 Yuan, ma siccome prima gliene avevo dato 320, scendo al ribasso ed allora si convince per soli 100 Yuan. Mentre andiamo in taxi verso questa attrazione, mi racconta che da dieci anni fa questo mestiere, ha studiato arte ed ha imparato l’inglese, ha una figlia piccola e lavora tutti i santi giorni tranne il lunedì, si sente realizzata per il mestiere che fa ed infatti quando spiega lo fa con enfasi e passione. Parliamo anche del sistema politico cinese e mi condanna senza remore Mao, con le sue atrocità ed il tentativo di distruggere le tradizioni millenarie cinesi per via della sua rivoluzione, cosa che non ha compiuto del tutto per fortuna. Prima di andare lì attraversiamo un parco dove si sente la canzone celebre napoletana, “torna a Sorrento”, musicata da un’orchestra, il che rende piacevolissimo camminare, non mi aspettavo che utilizzassero come colonna sonora romantica questa composizione italiana, diciamo che è qualcosa che colpisce positivamente e fa piacere, significa che anche qui siamo molto apprezzati.  Arrivati al Tempio del Cielo, mi si presenta un’altra perla, un edificio grandissimo circondato da altri edifici più piccoli, vi è sempre una marea di turisti, ma sono quasi tutti cinesi, ho visto pochi europei sinora. La struttura è ben conservata e, finita la visita, ci avviamo nel parco adiacente perché poi io devo prendere un bus per recarmi in Piazza Tienanmen.  Nel tragitto mi fermo a bere e poi ad osservare della gente che con degli spartiti in mano, canta canzoni tradizionali cinesi attorno ad una banda musicale, il cui maestro, indica ai cantanti come andare a tempo ed a loro come suonare. Non avevo mai visto un qualcosa del genere, la mia guida è felice che mi piaccia, si mette pure lei a cantare ed ascolto alla fine ben tre canzoni. Tutto molto suggestivo per davvero, mi piace questo tipo di iniziativa, si vedeva che la gente cantava con felicità, se comunque devo fare un appunto, è per il fatto che i cinesi non guardano dove camminano, in quanto non ho fatto altro che scontrarmi ripetutamente con le persone soprattutto all’inizio, perché proprio sembra che camminano senza direzione. Se prima ero mortificato per alcune dure spallate date anche a delle donne, vedendo la loro non reazione alla fine non me ne sono proprio più curato e quindi mi sentivo a tratti un giocatore di football americano, ma se son contenti loro, contenti tutti. E’ arrivato il momento di salutarci, salgo sul bus e la guida dice al controllore dove fermarmi, non faccio in tempo a salutarla ed a ringraziarla, che si chiudono le porte del bus, al cui interno, nella parte centrale, vi è addirittura la postazione dell’addetto ai biglietti, che controlla quindi che la gente ne sia provvisto qualora desiderasse entrare, se lo facessero in Italia sarebbe rivoluzionario, specie a Bologna dove è una rarità pagarlo per colpa dei gestori stessi comunque. Sceso dall’autobus nella fermata indicatami, decido di fare quattro passi verso una bellissima via dove si presentano alla mia destra ed alla mia sinistra dei caratteristici palazzi e poi tanti negozi e ristoranti, pub e tutto quel che si trova in una zona commerciale. Nel mio cammino chiedo indicazioni ad un signore che è insieme ad altri suoi tre amici. Capiscono che sono italiano, si presentano ben felici, sono di Shangai e sono anche loro in ferie a Pechino. Parlano un discreto inglese, uno mi racconta che recentemente è stato in Sicilia ed ha visitato anche Udine, Milano, Venezia e Piacenza. Faccio volentieri quattro chiacchiere con loro e nel mentre camminiamo, mi chiedono come mai sono in Cina, gli dico per vacanza senza specificare altro, poi elogiano i nostri vini, il nostro cibo e l’abbigliamento, sono imprenditori nel campo del tecnologico, discutiamo di politica internazionale, odiano Giappone e U.S.A. ed ammirano Putin, mi chiedono di Berlusconi e poi mi fanno l’elenco dei maggiori calciatori italiani. Si dichiarano di fede Buddista, ma stimano Gesù Cristo ed un po’ meno l’Islam, ma è per colpa dei terroristi integralisti che imperversano pure in Cina oltre che nel resto del mondo, i quali non danno un’immagine positiva affatto dei musulmani, ce ne sono molti proprio nella regione dove trascorrerò il compleanno,  mi dicono di stare attento ed io rispondo che non devono avere alcun dubbio a riguardo anche perché sono conscio della situazione. Ci rechiamo in un bar, scendiamo giù in una stanza e ci mettiamo a bere della birra, del vino rosso francese, dei salatini accompagnano le bevute ed alla fine si presenta il conto, che è più salato di quanto pensassi. Comunque paghiamo, si offrono di ospitarmi un giorno nella loro città, mi chiedono l’indirizzo email e poi io proseguo verso l’agognata piazza, loro verso un’altra strada, sapendo che non li vedrò mai più, comunque mi hanno fatto compagnia con brindisi e quattro chiacchiere interessanti e divertenti. Finalmente raggiungo l’enorme spazio famoso in tutto il mondo soprattutto per i tristi fatti del 1989, quando una ribellione studentesca venne soffocata dal governo con il sangue e l’immagine dello studente che ferma un carrarmato senza nulla resterà per sempre negli annali della storia. Vedo in piazza un gruppo di ragazzi con fattezze europee, mi avvicino per vedere se magari sono italiani; vengono dal Brasile, ma uno di loro ha vissuto un anno a Trento in una casa famiglia e comunque hanno tutti avi lombardi oppure veneti, provengono dal sud del Brasile che infatti venne colonizzato da italiani provenienti da queste due regioni per la maggiore. Dopo due chiacchiere di rito, mi allontano e vado a fare diverse fotografie, per esempio al monumento agli eroi del popolo che si erge in mezzo alla piazza, la più grande del mondo, poi scorgo il Mausoleo dedicato a Mao,  la Torre Zhengyangmen ed anche dei cambi di guardia da parte dell’esercito cinese che sono molto suggestivi e piacevoli da seguire, fanno pure l’alza bandiera di rito come sempre ogni giorno al tramonto. Mi ferma pure una ragazza che parla in inglese e che secondo me, con la scusa del caffè che voleva prendere, aveva intenzione di raggirarmi, ma non mi faccio fregare e la congedo con cortesia, del resto mi avevano avvisato i ragazzi con cui avevo parlato prima che poteva esserci anche questo tipo di situazione e devo dire che anche grazie a loro ho evitato magari il furto da parte di questa malintenzionata in cerca di stranieri da depredare. In tutta la giornata comunque sia non ho neppure mangiato, ma non ho affatto fame, la stanchezza si fa sentire e sono le 19 quando decido di prendere la metropolitana facendo il percorso opposto all’andata, ossia prima la linea rossa ed infine quella blu. Chiedo aiuto a qualche passante che possa darmi una mano e poi comunque sia anche il servizio d’ordine, nei panni di una militare che parla perfettamente in inglese, la quale si prodiga per  darmi le indicazioni esatte. Infine sono giunto alla via della stazione dei treni nei pressi del mio hotel, mi reco in un negozio ed acquisto una bottiglietta di acqua naturale ed una di thè al limone, entro in hotel e la prima cosa che faccio è saldare il conto di ieri, arrivo in stanza, mi faccio una bella doccia e decido di riposarmi, non ho affatto appetito, di conseguenza non scenderò giù in ristorante, dovrei mangiare qualcosa, riesco solo a bere e questo è determinato probabilmente dalla stanchezza, ma anche dal non aver semplicemente alcuno stimolo per mangiare, cosa che se capita non è affatto nulla di grave. Domattina avrò l’autista che verrà a prendermi alle 6 del mattino, perché avrò il volo verso Urumqi delle 9:05 per poi prendere quello diretto ad Aksu, delle 15:25, che mi farà arrivare per le 16:40 nella città in cui passerò il compleanno, di conseguenza metto la sveglia per le 5:30 e poi prima di dormire mi diletto ad utilizzare un pochino il pc, a sistemare in ordine tutto preparando così anche le valigie, carico le batterie del pc, ma non del cellulare perché si è rotto il carica batterie che era già precario, ma tanto il cellulare lo uso giusto per sapere l’ora, non è indispensabile ed infine mi guardo la tv cinese e, prima di dormire, leggo qualche pagina per prendere sonno.
Lunedì 25 Agosto 2014
Esattamente alle 5:30 suona la sveglia, ho dormito piuttosto bene, mi preparo, controllo la stanza onde evitare di lasciare qualcosa e la abbandono definitivamente. Mi reco alla reception e già prima delle 6 del mattino trovo l’autista che è venuto a prendermi, ma non è quello dell’andata come mi raccomandai, comunque sia l’importante è che sia arrivato, il resto poco conta. Lascio l’hotel dove ritornerò comunque sia fra qualche giorno, per ora l’impressione è stata positiva e buona, è pulito ed accogliente, il personale è gentile e servizievole quanto paziente. Raggiungiamo l’aeroporto dopo una mezzoretta di viaggio, la giornata è bella, l’aria pulita ed in strada vi sono tantissimi taxi, spesso fermi anche sui cigli delle strade dove delle donne lavano loro la carrozzeria. Salutato il mio tassista, che non parlava inglese purtroppo, entro in aeroporto, una ragazza si offre di aiutarmi, ma capisco subito che è una civile che desidera soltanto del denaro e la lascio perdere, quindi chiedo ad una persona preposta aiuto per raggiungere l’accettazione, tutto è molto semplice alla fine, faccio i soliti riti di controllo e raggiungo il mio Gate verso le sette del mattino, da cui prenderò il volo delle 9:05 diretto ad Urumqi della compagnia nazionale China Southern. Mi reco poi al bagno lasciando le due borse nelle poltroncine, vado a fare colazione prendendo un cornetto vuoto e del caffè ed infine mi accomodo e passo il tempo leggendo un libro. Faccio due chiacchiere con una coppia di viaggiatori provenienti da Boston, di origine ebraica. Hanno entrambi una settantina di anni circa, mi raccontano che sono stati in Italia esattamente in Sicilia, Toscana, Roma, Milano ed anche a Bologna, amano molto l’Italia, i loro antenati hanno vissuto in Austria, Russia e Romania, sono amanti dei viaggi ed ora visiteranno Urumqi, si discute anche di Palestina ed a quanto evinco hanno un’idea laica di tutto quanto, vorrebbero la pace in Israele, ma non si sognerebbero mai di andarci a vivere per ovvi motivi. Successivamente fanno imbarcare in orario, ma alla fine si aspetta dentro l’aereo sino alle 10:15, senza sapere neppure come mai, ma avranno avuto le loro buone ragioni, purchè io non perda la coincidenza con Aksu, ci sta. Durante il volo sorvoliamo in Deserto del Gobi, di fianco a me ho un signore che purtroppo tende spesso a sbadigliare ed emana un fetore di cipolla, alla fine sono costretto a dirgli di mettere la mano perché sinceramente mi stava proprio asfissiando. I cinesi non badano molto a questo tipo di prevenzioni, spesso e volentieri li si vede scatarrare davanti a tutti come nulla fosse e sembra che abbiano il cimurro perenne, in quanto stanno sempre tirando su con il naso del muco e vi sono sputacchiere negli aeroporti ovunque, poi fanno rumore quando bevono, persino un bicchiere d’acqua può diventare qualcosa di disumano quando lo sorseggiano. Tutto ciò è disgustoso, almeno le donne non hanno questa abitudine, comunque sia, osservandole, premettendo che sono europeo, con gusti quindi differenti da loro, non sono belle come donne, su duecento se ne scorgerà al massimo una carina, però come detto prima forse il mio ideale di bellezza femminile non coincide con la tipica donna cinese, sta di fatto che non le trovo in generale attraenti, forse le giapponesi sono più carine per quanto ne sappia personalmente vedendole in tv. A bordo poi arriva il pranzo, mangio degli spaghetti con piselli, carote e pollo, poi del pane, uno yogurt ed un’insalata con cipolla, carote e cavolfiore. Prendo da bere dell’acqua e poi anche del caffè. Finalmente, dopo quattro ore di volo, atterriamo in aeroporto e subito mi metto alla ricerca del Gate, però prima faccio i soliti controlli di rito, ossia il passaporto e ciò che ho nelle due borse;  stavolta, a differenza di Pechino, mi fanno togliere le scarpe, questo perché qui la zona è ad alto rischio terroristico per via degli estremisti islamici che ogni tanto si fanno saltare in aria, quindi i controlli devono essere più severi quanto capillari possibili, ma ciò non mi disturba affatto. Finalmente arrivo al mio Gate, il 26, così mi accomodo nelle poltroncine per aspettare il volo diretto ad Aksu delle 15:25 puntualmente, nonostante il volo sia partito da Pechino con un’ora di ritardo. La partenza è di nuovo posticipata, adesso si parte alle 16:00, soltanto il volo da Bologna diretto a Parigi è stato puntuale finora. Comunque sia il sorvolo dura un’ora, a bordo mi offrono dei biscottini alle mandorle e poi dell’acqua. Atterro alle 17:00 e trovo subito il mio autista con le mie generalità sul foglio, una volta saliti in macchina partiamo per raggiungere l’hotel. La città mi si presenta sotto un sole cocente, il traffico è discontinuo, ci sono un sacco di persone che hanno la moto con il rimorchio, le quali non si mettono problemi attraversando la strada senza seguire il codice stradale, per fortuna che la carreggiata è molto larga, come un’autostrada, ma non ho il sentore che avevo a Mumbai ed in India in generale, nessuno strombazza e sono silenziosi. Anche qui è tutto un fervore, pieno di cantieri, di palazzi in costruzione ed altri terminati, sembra che vi sia una grande vivacità. Avevo letto che in effetti la Cina sta investendo molto in questa regione, ossia il  Xinjiang, tutto questo perché presso la popolazione locale, ossia gli Uiguri, vi è un forte malcontento su cui soffiano le frange di estremismo musulmano con attentati kamikaze e via dicendo, ma la Cina da diverso tempo sta attuando una politica di ateismo attivo, infatti sta riducendo di per sé la popolazione islamica facendola disperdere e disunendola quindi, immettendo cittadini cinesi, inoltre chi svolge mansioni pubbliche deve attenersi alle direttive nazionali ed addirittura gli è proibito il ramadan. Tornando ad Aksu, vi sono quasi 600.000 abitanti, ma la cosa non si nota molto perché i territori sono molto vasti ed è costruita in maniera dispersiva, segno della sua crescita recente, qui ci troviamo nel bel mezzo della famosa “Via della Seta”, ben conosciuta dal nostro Marco Polo che sicuramente avrà soggiornato anche qui secoli fa. Arrivati in hotel mi si presenta una struttura straordinaria, non mi aspettavo mica un luogo del genere. Nella reception è tutto un pullulare di marmi, qualsiasi cosa luccica, sinceramente non mi aspettavo una qualità del genere, sono veramente lusingato di tutto ciò. Mostro la mia documentazione agli addetti al banco, una volta che mi assegnano la stanza il mio autista mi accompagna gentilmente al settimo piano fino all’interno e sono veramente sbalordito; mi si presenta una camera che sarà grande almeno 45 metri quadri, il pavimento è coperto da un unico tappeto color beige, vi è un letto a due piazze con due cuscini di seta color ocra e quattro altri cuscini in totale, poi vi è una scrivania con base di legno, una sedia da ufficio, i comodini ai lati del letto sono di legno con una base di marmo, vi è alla parete una tv al plasma bellissima, le tende sono in twill, color grigio perla, vi è una poltroncina in velluto su cui distendersi, un tavolino in legno e vetro, un grande armadio con un bellissimo specchio, vi sono pure dei quadretti all’interno del bagno, anch’esso grande, poi c’è un grosso cofanetto con dentro cinque tubetti di dentifricio, cinque spazzolini, del sapone, poi vi è un phon, in sala di nuovo della carte da gioco, tre tipi di thè, un termos per farlo, un poggia vestiti di legno con un cuscino di velluto, insomma qui è tutto un ben di Dio. Mi si perdoni questa descrizione da povero essere umano, ma io non ho mai dormito in una stanza di hotel simile, nonostante ne abbia frequentati durante la mia vita effettivamente parecchi in Italia ed ovunque nel mondo, ma questo obiettivamente parlando li supera tutti abbondantemente per qualità ed eccellenza, sono veramente colpito positivamente e faccio tante foto che testimoniano ciò che sto scrivendo. Decido di scendere giù per fare delle foto e così immortalo la sala da pranzo, l’entrata, i salottini, le sculture, i quadri alle pareti e tutto ciò che abbellisce questo posto, dove regna sovrano il marmo con il legno. Chiedo in reception se hanno le cartoline, per farmi capire faccio letteralmente un disegnino, saranno in cinque le ragazze dietro al bancone e purtroppo neppure una parla in inglese, comunque sia ci si intende alla fine, mi dicono di no, non ne possiedono, domattina però mi farò indicare un ufficio postale dove acquistarle, poi mi faccio dare del sapone che mancava al bagno, anche qui la lotta è dura per farmi capire e risalgo in camera, anche perché così finisco di sistemare tutto per bene e poi, al momento opportuno, mi informerò per la cena, dato che sono le sette ed ancora devo fare la doccia. Dopo essermi rinfrescato ed avere tolto la stanchezza di dosso con una salubre doccia, mi reco verso le otto giù, ma prima devo vedere i prezzi perché ho con me pochissimo denaro in contante ed avrei problemi per prelevare, dato che è tardi e di spostarmi dall’hotel non se ne parla. Qui inizia un siparietto abbastanza lungo con tre camerieri; non parlano neppure una sola parola di inglese, ho enormi difficoltà nel farmi capire riguardo il pagamento, mi danno il loro cellulare per fare la traduzione, ma nulla da fare, non capiscono che sto chiedendo se è possibile pagare con il bancomat, la cosa è imbarazzante, poi alla fine mi passano una responsabile al cellulare, anche lei con l’inglese non ci va a nozze, ma alla fine riesco a farmi capire. Risultato? Non accettano pagamento con il bancomat come immaginavo, ma quello che devo mangiare basta ed avanza. Infatti ordino del riso alla cantonese e poi sei involtini primavera ripieni di carne, non so di cosa onestamente, infine una bottiglietta d’acqua, ma anche qui prima che arrivasse ho dovuto sudare sette camicie perché proprio non capivano, gli ho fatto il disegnino su di un fazzoletto. Non posso permettermi di bere acqua dal rubinetto, io al bagno con la dissenteria non ci voglio proprio andare. Alla fine arrivano le due portate tanto sospirate con la bottiglietta d’acqua. Nel piatto ci saranno per non esagerare almeno 400 grammi di riso, gli involtini sono buoni, ne immergo una in una brodaglia color caffè che mi hanno portato, ma sarà l’ultima volta, il sapore di questo liquido è disgustoso e repellente per le mie papille gustative. Per il resto comunque tutto è buono, faccio fatica a mangiare tutto, ma ce la faccio. Un’altra nota divertente è dovuta al fatto che un cameriere, appena visto il mio bicchiere di acqua vuoto, lo riempie con dell’acqua calda che versa da una caraffa di alluminio, ovviamente non la tocco affatto, per fortuna che nella bottiglietta rimaneva ancora qualcosa e comunque nella stanza ci sono altre due bottigliette, meno male. Pago infine il conto e risalgo in camera, mi spiace che non parlino in inglese, domani spero riesca a farmi capire perché devo chiedergli una cartina e farmi indicare le poste, devo acquistare le cartoline e spedirle, vorrei riuscirci. Mi sembra che Aksu non abbia molto da dare dal punto di vista turistico, comunque vedremo, mi alzerò presto per fare colazione e mettermi in marcia, portandomi anche appresso l’indirizzo dell’albergo, non si sa mai. Prima di dormire metto la sveglia per le 8:30 ed infine mi dedico alla navigazione in internet per vedere cosa accade nel mondo e poi leggo un pochino, per facilitare il sonno.
Martedì 26 Agosto 2014
Eccomi arrivato al giorno del mio compleanno! Oggi sarà una giornata molto intensa ed interessante, di conseguenza appena mi alzo faccio una bella doccia, per poi scendere giù ed accomodarmi per la colazione. Non hanno latte, hanno i soliti cibi vegetali, neppure del thè, alla fine devo optare soltanto per tre biscotti, ma non fa nulla, del resto ogni popolo ha le sue tradizioni in fatto di cibo. Mi reco alla reception e come al solito la comunicazione è praticamente zero, non capiscono affatto l’inglese, io chiedo solo dove possa trovare un ufficio postale vicino perché devo acquistare le cartoline, faccio disegnini, mimo con i gesti ed alla fine mi passano al telefono una ragazza che parla in inglese. Le spiego tutto in parole povere e fa annotare agli addetti l’indirizzo dell’ufficio postale e poi anche quello dell’hotel perché ci andrò in taxi e mi servirà per il ritorno. Ma prima di riuscire a capirmi, anche lei ce ne mette, addirittura la sento strillare dall’altra parte del telefono, penso che si sia spazientita, ma non era colpa mia se il suo accento cinese era incomprensibile, comunque riesco a farmi comprendere, ma ce n’è voluta di santa pazienza, ad un certo punto non sapevo se il tutto fosse uno scherzo o meno! Vado fuori dall’hotel, dove al suo ingresso vi sono fra l’altro due militari armati, fermo un taxi e mi dirigo verso questa benedetta posta. Anche lì è una disanima spiegarmi, una vera e propria avventura; nessuno parla in inglese, mi faccio dare un foglio dove scrivere le parole, nonostante cerchino con il cellulare su internet non riescono proprio a comprendermi, ma io non mi abbatto, insisto senza indugi ed alla fine arriva una ragazza che parla in inglese, posso spiegare tutto quanto e così si svela l’arcano. Avrò passato quindici minuti senza farmi capire, il problema è però adesso di un’altra natura, ossia hanno delle cartoline, ma si trovano in un album dove sono rappresentati dei fatti avvenuti in Cina dal 1949 al 1999, una collezione speciale, dunque bisogna ritagliarle, hanno il francobollo incluso ed attento cinque minuti prima che mi dicano di poterle usare. Devo soltanto andare a prelevare il denaro necessario per l’acquisto e poi potrò darmi da fare. La ragazza che parla in inglese mi accompagna alla banca, ma anche lì sorge un problema perché il mio bancomat ha il circuito MAESTRO, non VISA, però riusciamo a risolvere la questione e posso prelevare lo stesso, approfitto anche per cambiare gli ultimi euro che mi erano rimasti. Andiamo di nuovo alla posta, la ragazza ritaglia con le forbici ogni cartolina ed io pazientemente ne compilo ben venti. Ma non è tutto, in quanto bisogna ricercare un codice speciale per ogni provincia e, siccome devo spedire in tutta Italia, compilo ulteriormente in ogni cartolina il codice apposito, non ho neppure avuto il modo di scegliere le immagini delle cartoline perché non vi era tempo e modo, comunque riusciamo a finire questa opera quasi titanica e consegno all’addetta il tutto quanto. Certo che spedire una cartolina dalla Cina è veramente difficile, non immaginavo una simile cosa, in India potevo aspettarmelo, ma non avvenne per esempio. Fra una cosa e l’altra la ragazza cinese, che si fa chiamare Pamela, deve andare in pausa pranzo, così si offre di accompagnarmi per la città e visitare i posti principali, che consistono in una via dello shopping molto frequentata e poi in una grande piazza, senza contare poi vicoletti caratteristici ed altre cose da vedere, non così eccezionali. Ovviamente nelle strade è pieno di piccoli negozietti che vendono di tutto, vi sono molti militari in giro per il rischio attentati e poi fa molto caldo oggi. Raggiungiamo il ristorante dopo una bella camminata per le vie principali, mi racconta che ha 24 anni, è fidanzata, lavora alle poste da un anno, dalle otto del mattino sino alle nove di sera con una pausa di un paio di ore, non conosce tantissimo dell’Italia, è cinese come etnia, parliamo del suo paese, dei modi un poco strambi de i maschi nell’espletare bisogni fisiologici come sputare senza vergogna, poi le parlo di come vive la comunità cinese in Italia e se ne rammarica perché anche loro sanno che sono molto chiusi e per la maggiore provengono tutti dalle campagne cinesi, quindi non sono neppure di città, mi spiega anche che la legge sulle nascite è cambiata ed ora possono fare due figli, se si desiderano altri piccini bisogna pagare, il problema anche per lei è comunque sia l’affitto, perché se ne andrebbe a vivere con il fidanzato qualora i costi fossero meno alti, insomma né più né meno della situazione in Italia, quindi la capisco perfettamente. Finalmente ci accomodiamo per pranzare, arrivano due portate abbondanti rispettivamente di pollo con peperoncino, aglio, cipolla, piselli e salsa di pomodoro e poi un’altra portata con carne di anatra, peperoni e peperoncino. Abbiamo anche due ciotole di riso in bianco su cui intingere, dell’acqua  e del thè. Devo dire che il tutto è buonissimo, mangio di buon gusto anche perché la quantità è tanta, io non uso le bacchette, è troppo difficile, quindi mangio con due cucchiaini, mi è molto più facile. Ovviamente pago io il pranzo, nonostante lei insistesse per non farlo, ma è il minimo dato che è molto gentile e senza un aiuto avrei difficoltà qua per parlare anche perché mi spiega che avendo la barba, posso passare per un musulmano, quindi la gente è diffidente ed è come se avesse paura. Dopo pranzo l’accompagno al lavoro, lei intanto mi dice dove posso trovare un souvenir, anche se è difficile perché qui non si usa proprio. Mi faccio una lunga girata e cammino almeno per un’ora, ho così anche modo di osservare la popolazione. I cinesi si contraddistinguono facilmente dagli uiguri, essendo molto più chiari di carnagione e senza barba, gli autoctoni sono di stirpe turca, quindi hanno qualche assonanza con noi indoeuropei dal punto di vista fisiognomico, sono tutti vestiti tradizionalmente con un copricapo in testa e le donne hanno un velo che avvolge appena i capelli e poi mi colpisce che girino con delle gonne non troppo lunghe e con dei sandali che hanno tacchi non indifferenti, inoltre in tantissime guidano la moto ed hanno uno sguardo fiero quanto di sfida. Qualcuno mi guarda male, in effetti penso di essere l’unico europeo in circolazione, in quanto non ne ho visto neppure uno, Pamela mi raccontava che arriva qualche turista, è statunitense di solito, italiani mai, comunque quelli sono qui anche per investire ed infatti fanno molti affari. Desisto dal cercare il souvenir per il momento, entro invece in un negozio di telefonia per cercare un carica batterie adatto al mio cellulare, lo trovo pure, ma l’attacco alla presa non è europeo, quindi è inutile acquistarlo. Torno alle poste da Pamela, la quale ha di nuovo il permesso da parte della sua responsabile per accompagnarmi a cercare questo benedetto souvenir, durante il cammino mi ferma la polizia, mi controlla i documenti e mi dice che stanotte è meglio che stia in hotel perché è troppo pericoloso uscire. In effetti non ho alcuna intenzione di girare, quindi non ci sono affatto problemi, mi augurano un buon soggiorno, proseguiamo la camminata ed alla fine, dopo aver guardato in diversi negozietti, non c’è nulla da fare, proprio non sanno neppure cosa sia un benedetto souvenir. Allora acquisto un mestolino piccolo, ma carino, con una fantasia floreale tipica del posto, contrattando il prezzo che all’inizio mi sembrava troppo e poi riandiamo alle poste. Qui Pamela mi offre del thè e poi mi fa acquistare una confezione da nove dolci a forma di fiore di loto che vendono in una bella confezione grande. Il prezzo è pari ad appena dieci euro, quindi acquisto senza problemi. E così poi faccio in modo che anche Pamela possa ricevere delle gratificazioni dopo tutto l’aiuto che mi ha dato, da parte della sua responsabile, che infatti vedo abbracciarla e sorridere. E’ giusto così, del resto nessuno l’obbligava a darmi una mano e si è prestata in maniera encomiabile, sicuramente avrei girato comunque, ma chissà quanto ci avrei messo per farmi capire, è stata una ottima guida ed infatti le dico di farlo in futuro come mestiere, essendo paziente ed anche in grado di parlare in inglese, ha pure sopportato la scomodità dei suoi mocassini con tacco dato che ad un certo punto siamo entrati in farmacia ed ha comprato dei cerotti, io volevo spesso fermarmi per farla riposare, ma non ha mai voluto per la sua caparbietà, poi ogni tanto compravo da bere, lei rifiutava perché beve solo acqua calda e mi spiega che quella fresca le fa male allo stomaco ed è una cosa che hanno in comune molti cinesi, sono abituati a berla riscaldata perché mi diceva così la sterilizzano, solo recentemente l’acqua potabile la bevono fresca come noi, ma non in tanti. E’ il momento alla fine di salutarla, le lascio il mio indirizzo email per spedirle poi le foto che le ho fatto, mi congedo dalle sue colleghe che si sono divertite oggi grazie a me e chiamo un taxi, mi accompagna in hotel, gli lascio la mancia e sono ormai le sei di sera quando ritorno nella mia bellissima stanza. Mi faccio una bella doccia rilassante dopo essermi disteso a letto per un pochino, il mio ritorno solare scatta esattamente alle 20:33 locali, è stata veramente un’impresa arrivare qui, il viaggio ho dovuto organizzarlo in un mese circa, ma sono molto contento, spero che i pianeti possano darmi l’aiuto che mi serve per affrontare il futuro con più tenacia e forza. Ormai sono quasi le nove di sera, scendo giù e cenare, stavolta scelgo come menù degli spaghetti che mi vengono portati in bianco, mentre nell’altro piatto vi è una salsa rossa con dentro della carne presumibilmente di manzo spezzettata, dei peperoni, della cipolla e del peperoncino. Mi portano una forchetta dato che sarebbe impossibile utilizzare le bacchette con gli spaghetti, devo dire che la portata è capiente e ben gustosa, sono ben sazio anche stavolta. Infine mi faccio un giro al piano di sopra, dove nel corridoio sono esposti un sacco di vini rosati, rossi e bianchi di fattura cinese, continuo a curiosare intorno e poi noto finalmente la stanza dove sono esposte le giade, pietra preziosa e tipica di Aksu, avevo visto nel catalogo su in camera questo piccolo museo, però purtroppo non mi fanno entrare e di conseguenza mi avvio a riposare, anche perché onestamente parlando sono cotto e domattina mi alzerò alle 5:30 in punto perché l’autista arriverà alle sei ed io prenderò il volo da Aksu diretto verso Urumqi esattamente alle 7:50 del mattino. E’ stata comunque sia una giornata intensissima più di quanto potessi immaginare e sono ben soddisfatto di tutto ciò finora.
Mercoledì 27 Agosto 2014
Mi alzo abbastanza faticosamente perché abbandonare un letto del genere, a prescindere dall’ora, è sempre un dispiacere, essendo veramente comodissimo, ma ovviamente devo prepararmi, quindi non mi resta da fare altro. Faccio un controllo finale per rassicurarmi di non aver lasciato assolutamente nulla, prendo i miei bagagli e scendo con l’ascensore alla reception. Qui ci sta un’inserviente che ovviamente non parla in inglese, la colazione è impossibile farla comunque perché è troppo presto, così devo attendere fra pochi minuti il mio autista. La stessa addetta mi mostra un mazzo da carte e mi fa capire che lo devo pagare; ulteriormente arriva l’autista, che utilizza il cellulare per farmi capire il concetto, non capisco come mai, ma alla fine gli do i soldi, che corrispondono a circa un euro, ma non riesco a capirne il motivo. Sinceramente mi sto portando appresso due mazzi di carte, ma è impossibile che lo sappiano, dato che li ho messi in borsa pochi minuti prima di scendere e nessuno è entrato in stanza appena sono andato via. Fatto sta che non è un problema, tra l’altro mi sto portando appresso anche due bei bicchieri e poi della crema per il corpo e dello shampoo in tubetti ed infine anche un paio di pettini. Non ho mai fatto una cosa simile in un albergo, non mi sono mai portato via neppure un solo asciugamano, ma sinceramente queste confezioni sono troppo carine e la tentazione è molto grande, quindi cedo anche ben volentieri onestamente parlando, di sicuro non li manderò in rovina, è come se avessi utilizzato tutto del resto, tranne i bicchieri, ma se ne faranno una ragione, spero per loro almeno. Mi congedo infine dalla ragazza e con l’autista entro in macchina per andare verso l’aeroporto. Non c’è freddo, la temperatura è intorno ai 24°, la cosa che mi colpisce è che comunque sia la strada è completamente buia, non ci sta neppure un palo della luce per illuminarla, comunque sia arriviamo a destinazione, saluto il ragazzo e poi entro, disbrigo i soliti controlli e mi accomodo in poltroncina in attesa del volo delle 7:50 diretto ad Urumqi. Finalmente prendo un aereo puntualmente come Dio comanda, il volo dura un’ora circa, durante la quale mi viene offerta una bottiglietta d’acqua ed una mini confezione di noccioline tostate e salate. Il mio arrivo all’aeroporto di Urumqi avviene verso le nove, riesco immediatamente a trovare il mio Gate dove attenderò il volo diretto a Pechino. Appena finisco i soliti controlli di rito, giungo all’apertura dell’imbarco con una decina di minuti di anticipo, così verso le 9:20 sono già a bordo dell’aereo, che prenderà il volo alle 9:50. Appena arriverò a destinazione, dovrò organizzarmi da solo per quanto riguarda il tragitto dall’aeroporto fino all’albergo, così anche per quando lascerò Pechino, perché alla fine con l’agenzia di viaggio abbiamo pensato che con un mezzo pubblico, potevo risparmiarmi i soldi per gli autisti almeno al ritorno. In effetti ho già visto ieri che i collegamenti dall’aeroporto verso Pechino non sono affatto costosi, il mio hotel è nei pressi della stazione, quindi non sarà affatto difficile raggiungerlo. Se all’andata, per via del fatto che arrivavo in una terra sconosciuta, era normale avere un aiuto con degli autisti, al ritorno, prendendo un poco confidenza del posto, posso cavarmela per bene da solo, nonostante non riescano a parlare in inglese. Si parte alla fine verso le 10:10, stavolta sono a bordo di un Boing 777, all’andata da Pechino ad Urumqi il volo era con un aereo diciamo tradizionale, segno che probabilmente diminuiremo i tempi di arrivo. A bordo tutto è tranquillo, portano per pranzo lo stesso cibo che avevo mangiato ieri a cena in albergo, mi diletto a leggere e poi mi guardo un film dallo schermo televisivo che proietta “Pompei”, nuovo film in lingua inglese. Faccio anche un sonnellino per ammazzare il tempo ed alla fine siamo a Pechino esattamente alle 13:20, come da orario. Appena scendo dall’aereo vado subito a cercare l’autobus che mi porterà alla stazione, vicino alla quale si trova il mio hotel. Mi ferma un’autista che per questo tipo di tragitto mi chiede ben 400 Yuan, lo congedo sarcasticamente e faccio il biglietto dell’autobus che ne costa soltanto 24, cose da pazzi al confronto con quel frega persone. Comunque sia partiamo alle 14:10 in punto e dopo circa un’oretta arrivo a destinazione. Nel mentre il viaggio passa in fretta, ci infiliamo per le strade di Pechino, molto trafficate, tutto intorno è costellato da grattacieli, strutture modernissime, centri commerciali, strade ben definite, mi dà proprio l’idea di essere in una metropoli veramente all’avanguardia che nulla ha da invidiare ad altre megalopoli del resto del mondo. Peccato che la gente abbia poca confidenza con la lingua inglese, perché comunque sia sono molto gentili, solo che ogni tanto, quando scatarrano oppure addirittura ruttano e scorreggiano in maniera così disinvolta, come accaduto durante questo ultimo volo, mi viene voglia di prendere un lanciafiamme e dare fuoco a tutti, è veramente sconcertante per me questo tipo di comportamento, qua lo fanno come se nulla fosse. Detto questo, dopo quindi un’oretta di viaggio, scendo dall’autobus e noto che mi trovo veramente a due passi dal mio hotel, dato che ricordo bene la strada, di conseguenza mi informerò per bene anche per raggiungere l’aeroporto domani, controllando gli orari di partenza. Mi  faccio qualche minuto di camminata, arrivo in reception, come sempre lascio tutta la documentazione e poi mi assegnano la camera, che si trova da un’altra parte rispetto a quella in cui soggiornai prima. Precedentemente ho dimenticato di raccontare che in questo hotel vi sono diverse immagini relative allo scrittore e giornalista americano Edgar Snow, il quale ha vissuto diverso tempo a Pechino soggiornando dove mi trovo io ed era molto legato a questa nazione, leggendo un poco nel web, pare che abbia lasciato un buon ricordo in questa terra, conobbe Mao e seguì la rivoluzione comunista. A questo punto non vedo proprio l’ora di sistemare tutti i bagagli, sono abbastanza stanco, la levata di primo mattino inizia a farsi sentire e di conseguenza necessito di riposo. La pennichella ristoratrice ha i suoi effetti, ora mi sento benissimo, decido quindi di guardare un pochino la tv e trovo addirittura un programma in cui un cuoco italiano fa una sfida con uno cinese, cucinano piatti a base di aragoste ed ostriche, roba per gente ricchissima insomma, infatti il concorso si svolge in un hotel rinomatissimo e non è di certo cibo per le mie povere tasche, ma chi se ne frega in fondo! Mi faccio quindi una salubre doccia e poi verso le otto scendo giù per cenare, ordino un bel piattone di riso alla cantonese ed una fresca birra, alla faccia di quelli che dovevano mangiare le pietanze a base di aragosta ed ostrica. Di ritorno dalla cena, osservo nei pressi della reception una scrivania e poi di fianco un cartellone verde su cui vi sono scritte delle offerte relative a piccoli viaggi nei pressi di Pechino e nelle principali attrazioni cittadine, giri turistici per intenderci, che l’hotel pubblicizza. Vedo che il costo per andare a visitare la Grande Muraglia Cinese è abbastanza esiguo, considerando che si parte da qui, vi è poi una guida che parla inglese ed è comprensivo nel pacchetto anche il pranzo. Allora chiedo informazioni a riguardo ed un ragazzo mi spiega tutto, per fortuna mastica un pochino di inglese, poi chiedo anche eventualmente se possono darmi una mano per andare venerdì mattina in aeroporto, si offre di accompagnarmi un autista dell’hotel, il quale chiede 200 Yuan, ma siccome ho letto in internet che il costo medio è di almeno la metà, dico che andrei con lui solo per soli 100 Yuan. Il ragazzo di prima comunque mi informa che gli autobus verso l’aeroporto partono dalle 5:30 del mattino in poi, allora congedo l’autista dicendogli che, nonostante avesse accettato il ribasso, non fa al caso mio, ovviamente andrò in autobus, mezzo con il quale del resto sono rientrato oggi, ma non ero sicuro per l’inizio delle corse. Chiedo al ragazzo di accompagnarmi gentilmente per prelevare il denaro al primo bancomat nei pressi dell’hotel, andiamo insieme nella banca in cui cambiai il denaro la prima volta che arrivai a Pechino; conoscevo in realtà anche la strada, ma sono ormai le undici di sera ed è bene andare accompagnati, non si sa mai. Arrivato allo sportello, prelevo il dovuto e poi incamminandoci verso l’albergo spiego che non andare in Cina a visitare la Grande Muraglia Cinese equivale un po’ come andare a Roma e non visitare Piazza San Pietro, il ragazzo ride e dice che in effetti ho ragione, è un peccato che comunque sia non potrò visitare il Tempio dell’Estate, in quanto al primo pomeriggio chiude e non farei in tempo. Quindi siamo di ritorno nel mio soggiorno, pago la visita guidata di domani, mi fornisce un biglietto che dovrò mostrare domattina appena verranno a prendermi alla persona preposta, partiremo da qui alle 7:00 per poi finire il tutto alle 17:00, al ritorno mi lasceranno però presso lo Stadio Olimpico, quindi mi prenderò da solo la metropolitana. Per quanto riguarda la colazione, informo che mi alzerò alle 6:15 in punto e poi appena sarò pronto scenderò giù per mangiare, in modo tale da farmi trovare preparato e ben nutrito. Così rientro in camera e metto a posto la sveglia, domani sarà una giornata molto bella sicuramente e sarò pronto a fare tante fotografie ed a visitare questa straordinaria costruzione famosissima in tutto il mondo.
Giovedì 28 Agosto 2014
E’ arrivata l’ora di alzarmi, provvedo subito a farlo, mi sento ben riposato e conto di passare una bella giornata. Scendo giù per fare una colazione abbondante, a base stavolta di caffè e di biscotti tipici cinesi che sono molto squisiti. Arrivo poi in reception ed attendo sino alle sette l’arrivo della mia guida; si tratta di una ragazza molto giovane, di nome Jasmine, con cui, mentre attendiamo il piccolo bus, inizio a fare un pochino di conoscenza. Parla in inglese perfettamente, non conosce in maniera approfondita l’Italia, comunque sia mi dice che ci sono molti visitatori italiani a cui fa da guida, mi spiega che visiteremo un museo dedicato alla giada, poi ci recheremo nel Mausoleo di Zhao Ling, pranzeremo e poi andremo  alla Grande Muraglia ed infine al rientro a Pechino ci porteranno in un thè shopping ed in un negozio dove fanno vedere la preparazione della seta e poi mostrano i prodotti derivati, esattamente ciò che già vidi la volta scorsa dopo che visitai la Città Proibita. Arriva questo piccolo pulmino con all’interno due persone della Repubblica Ceca ed uno slovacco, sono tutti e tre insieme essendo amici, quindi ci dirigiamo verso il centro attraversando una via costellata da empori con tutte le maggiori firme, in special modo italiane, infine andiamo a prendere le altre due persone, saprò che si tratta un italiano con la sua compagna di origine finlandese. La ragazza ci racconta che fortunatamente le previsioni non parlano di pioggia, anche se il cielo è annuvolato, poi siamo anche avvantaggiati dal fatto che il traffico è limitato in questo periodo dell’anno perché tanti ragazzi sono in vacanza e lontani dalla città, vi è uno sfoltimento di persone. Ci avviamo quindi e nel mentre faccio conoscenza con il signore italiano dopo averlo caricato con la sua signora; ha 59 anni, proviene da Lucca, lavora presso un’azienda che produce macchinari per la lavorazione della carta, vive qui da tre anni, ma non parla affatto il cinese, però tanto non gli serve farlo, ha i traduttori, mi racconta che ancora il mercato della carta non è sfondato perché i cinesi non usano ad esempio molti tovagliolini o la carta igienica, hanno in prevalenza come materia prima il pioppo per fare la carta, riciclano oppure esportano la cellulosa, comunque sia è un mercato vergine e, tempo al tempo, la sua ditta farà faville. In Italia dell’azienda è rimasto ben poco, la produzione normale esiste ancora, ma si ha intenzione di portare tutto in Cina piano piano, per soddisfare il mercato. Il fatto è che i cinesi sono ancora per certi versi chiusi e pian pianino stanno iniziando a richiedere quel che si produce normalmente da noi, sono una moltitudine e si stanno affacciando con calma, ma con determinazione. Parlo poi con la guida, che mi spiega come in Cina abbiano comunque sia molti diritti, lei si sente una cittadina libera, sul Tibet ammette che vi è repressione, ma ritiene che sia sempre appartenuto loro,  l’unica cosa un po’ ingiusta secondo lei è relativa alla casa, mi racconta che possono comprarla, ma devono tenerla per 70 anni, poi verrà demolita e rimpiazzata, questo perché per i cinesi vi deve essere un avvicendamento generazionale e tendono ad eliminare le strutture obsolete, ne perdono la proprietà per intenderci, per il resto sin da piccoli gli insegnano che ci pensa la Nazione fa tutto quel che a loro serve, non devono fasciarsi la testa e, siccome hanno un modo di vivere differente dal nostro, anche dal punto di vista spirituale, penso sia giusto così, lei professa il buddismo e mi racconta che il cattolicesimo è osteggiato perché considerato un pericolo, dato che noi che lo seguiamo all’atto pratico non applichiamo nulla di cristiano, così loro diciamo non vogliono fare la nostra fine spiritualmente e professano l’ateismo oppure appunto il buddismo o seguono la filosofia di Confucio. Siamo alla fine arrivati, dopo un tragitto che ci ha quasi portato fuori da Pechino, al museo della giada; tragitto stesso durante il quale ci siamo rallentati un pochino per via del fatto che in careggiata vi era un camion letteralmente coricato su di un lato ed impediva il flusso di mezzi. Entriamo dunque in questo posto e ci mostrano dei lavoratori artigiani lavorare questa pietra preziosa, con macchinari un poco obsoleti, ma molto pratici. Per fare una sfera rifinita hanno addirittura bisogno di quattro settimane, da ciò ne consegue che questo lavoro è veramente particolare e minuzioso, molto dettagliato, per pignoli si intende. Ci viene spiegato che vi è la giada dura e quella morbida, vi sono vari colori, la migliore è la burma, la giada è radicata nella tradizione cinese in maniera plurisecolare, per esempio le ragazze sposate indossano un braccialetto bianco, chi è a lutto deve portarlo nero, ma ora la nuova generazione inizia ad infischiarsene di ciò, non ne usa affatto, Jasmine sì invece. All’interno è stupefacente l’esposizione, in quanto vi sono figure di animali di ogni genere, dal leone alla scimmia passando per il drago, il cane, l’aquila, dei soldati alti quanto me, elefanti, rinoceronti, una grandissima barca tutta rifinita, di tutto e di più, con grandezze di ogni genere. E’ tutto fatto di giada, lavori impressionanti e suggestivi. Inoltre vi sono tutta una serie di braccialetti in oro ed argento con pietre incastonate, vi sono anche altri minerali, come l’ametista, il quarzo, l’agata, è ben fornito questo museo. I costi non sono neppure tanto proibitivi, ma sinceramente non necessito di acquistare nulla. Con Jasmine riparlo della Cina, mi dice che è di buon augurio regalare un piccolo drago in scultura a parenti ed amici, auspica soldi, poi mi mostra un ciondolo con una pietra, la quale non può essere toccata da nessuno, solo da lei, se ad esempio lo facessi le porterei sfortuna, poi mi racconta che quando nasce una bimba si devono regalare in coppia due leoni, toccare loro la zampa sinistra e la destra per il buon auspicio verso la nascitura, le chiedo se in Cina si mangia il cane, ma dice che lo fanno più al sud piuttosto che al nord, ma pian pianino sta sparendo come usanza, lei personalmente non ne tocca proprio. Non noto sculture di gatti e mi dice che non ne hanno solitamente nella loro cultura di animali domestici così, perciò non sono rappresentati, mi stupisce che abbiano i leoni, si trovano in montagna questi animali a quanto afferma. Detto questo, finita la visita, proseguiamo il viaggio per andare al Mausoleo di Zhao Ling. Siamo in aperta campagna ormai, a sinistra e destra vi sono un sacco di frutteti con pesche, pere e mele, molto rinomate quanto costose, ma la gente viene lo stesso dalla città per comprarle. Giunti a destinazione, ci troviamo di fronte ad un Mausoleo enorme, che fa parte di un sito archeologico ancor più vasto, dove vennero sepolti gli imperatori della dinastia Ming. Sono ben quattordici i Mausolei in totale, sono Patrimonio dell’Umanità e partono dal XV secolo. Questo è l’unico sito visitabile con la tomba Chang Ling, che è la maggiore e la tomba Ding Ling, situata nei sotterranei di un palazzo. Lo spazio utilizzato per costruirlo è enorme, è diviso in due grandi palazzi, ai lati del giardino vi sono delle camerate in cui vengono raffigurati gli imperatori e scene di vita quotidiana, vi è un salone enorme dove vi sono i troni dell’imperatore e della regina, le portate che mangiavano riprodotte in pietra nei piatti situati in un enorme bancone, un bue, un maiale ed una pecora sempre in pietra, simboleggiano  i sacrifici animali che si facevano in loro onore, ancor prima di essi si sacrificavano addirittura esseri umani, prima di andare via poi dobbiamo attraversare una Porta recitando una breve frase in cinese mentre la si oltrepassa, evitando di girarsi fino a quando non si va via, questo perché secondo la tradizione, se ci si girasse, gli spiriti maligni prenderebbero l’anima della persona che ha violato l’usanza.  Ci abbiamo messo un’oretta circa per visitare il tutto, il sito comunque deve essere addirittura scavato ancora, è un territorio vastissimo, che certamente i cinesi renderanno proficuo dal punto di vista turistico, con i soldi ci sanno fare. Dobbiamo andare verso la Muraglia Cinese adesso, distante un’oretta ancora da questo altro luogo appena visitato, arriviamo presso questo patrimonio dell’umanità dopo il viaggetto dunque, attraversando la campagna e ci fermiamo a pranzare in un ristorante adiacente di due piani. Quando arriviamo il tavolo è già apparecchiato, ci accomodiamo e mangiamo tutti insieme, tranne Jasmine e l’autista. Continuo a parlare con il signore di Lucca, mi spiega che in Cina il sistema è forte perché stampano banconote in base alle esigenze interne, ogni Presidente che viene eletto ha un piano strutturale da applicare alla lettera, anche adesso, non come ai tempi della rivolta dei boxer, tendono ad isolarsi ed a conservare per preservarsi dal consumismo occidentale, ma con un’economia di mercato globale come quella attuale lo sono molto meno;  venti anni fa per esempio Pechino pullulava di biciclette e le persone avevano anche nelle città un tenore di vita molto più basso, se qui per esempio sfonda definitivamente un’azienda italiana, sarà un avvenimento epocale per lei perché avrebbe una miniera d’oro potenziale di possibili acquirenti. I cinesi questo lo sanno per bene, tendono per questo a copiare qualsiasi cosa che arrivi dall’esterno, lo fanno pure bene, inoltre investono anche all’estero acquistando vasti territori, come in Argentina ed anche in Ucraina, che servono per sostentare la popolazione, sono campi di cui sono in possesso, come del resto anche in Africa, dove dal nord al sud del continente nero, stanno penetrando con lungimiranza. Il giorno che i cinesi avranno voglia per davvero di aprirsi al mondo, potrebbe essere anche un vantaggio per noi, perché loro avrebbero salari più alti e per noi diventerebbero dei clienti potenziali da trattare con i guanti di velluto, ma se continua la politica italiana a non preoccuparsi del Made in Italy, c’è poco da stare allegri, anzi, dato che l’Europa ormai è quasi tutta delocalizzata a livello industriale, tranne la Germania che, non a caso ancora va molto forte, la situazione è grave per ora. Dobbiamo ringraziare per questo gli Statunitensi, che ci vogliono solo compratori dei loro prodotti, mica scemi, ma senza lavoro all’atto pratico, non se ne esce proprio da questo inghippo così banale quanto reale, desiderano che acquistiamo da loro senza però guadagnare di fatto denaro, assurdo, non possiamo inventarci i mestieri come pretendono, prima producevamo proprio tutto in Italia, con qualità e professionalità, se ne ricordino gli yankees, non devono insegnarci nulla e ringrazino i politici nostrani che seguono le loro spietate direttive economiche in maniera succube. Terminato il pranzo ci dirigiamo verso la Grande Muraglia Cinese, o meglio, una parte dei 21.196,18 km che sono stati eretti in mattone con una larghezza di dieci metri ed un’altezza di almeno sette. Un’opera fantasmagorica, iniziata nel III secolo A.C. per ovviare agli attacchi continui del mongoli nel nord della Cina, che comunque sia si fecero sentire lo stesso dato che distrussero le porte che inevitabilmente vi si trovavano. E’ incredibile come i cinesi abbiamo concretizzato quest’opera, un lavoro certosino ed anche estenuante, considerato che si trova a solcare delle vere e proprie vette. Facciamo dunque il biglietto e siccome salire a piedi è veramente scomodo, in quanto la salita è ripidissima ed è in mezzo alla campagna, prendiamo la seggiovia, su cui non ero mai salito prima, così sono anche un poco emozionato per via del fatto che soffro di vertigini, però tiro due sospiri e non ci penso affatto, così la salita è tranquilla e nel mentre faccio un sacco di fotografie, dato che ai miei piedi si presenta un panorama mozzafiato immerso nella natura, fra valli, boschi, montagne in lontananza e tutto ciò che di bello la natura offre a questo mondo. E’ l’una, la nostra guida ha detto che abbiamo un’ora e mezza per perlustrare, lei ci attende giù all’ingresso, così ci avviamo tutti insieme come in pellegrinaggio, c’è un gran caldo anche se il sole non ci batte addosso, la strada nella Muraglia ha il percorso in salita per ora, dobbiamo raggiungere l’apice di una torre, nel mentre percorriamo interminabili gradini e gradoni, attraversiamo delle torri di controllo, facciamo delle foto ed ammiriamo continuamente il panorama mozzafiato che si erge da entrambi i lati. Tutto è favoloso, è bellissimo essere qui, sono molto contento di avere fatto questo piccolo viaggio turistico, ne è valsa la pena. Dopo una mezzora abbondante di cammino, quasi tutto in salita, raggiungiamo la vetta prefissata, un torrione posto in alto, prosegue il muro ovviamente, ma noi ci fermiamo, ci riposiamo un poco, perché è veramente dura fare questo tragitto, infine riprendiamo la strada del ritorno, che è più leggera, essendo facilitata dalla discesa. Sono le due, perdiamo di vista i ragazzi slavi e ci avviamo comunque sia verso la via del ritorno, sicuri che li troveremo giù da lì a poco. Per scendere vi è sempre la seggiovia, oppure il toboga, che sarebbe una specie di slittino che scende in una pista di acciaio e viene regolato con una marcia che se tirata verso di sé frena, sé la si tira avanti fa scorrere il piccolo mezzo. Così ci divertiamo a scendere come dei bambini, la velocità non è sostenuta, ma a tratti si corre un pochino, la pista che hanno fatto ha parecchie curve ed è veramente divertente. La fatica fatta prima ci fa capire che ne valeva assolutamente la pena, è stato veramente emozionante il tutto. Raggiungiamo la nostra guida e nel mentre arrivano anche gli altri ragazzi, così andiamo verso il pulmino, ci accomodiamo tutti e prendiamo la strada del ritorno. Il traffico purtroppo adesso è molto intenso e solo dopo ben due ore arriviamo a Pechino. Siamo tutti abbastanza stanchi, ma soddisfatti dell’esperienza. Adesso ci rechiamo in un museo del thè dove vendono anche caraffe di ogni genere, vi è anche la foto di Putin che lo visitò con un Presidente cinese mentre ne assaggiano una tazzina, io ho acquistato nella città proibita due confezioni di thè, quindi non ne ho affatto bisogno. Viene fatta la dimostrazione, ma le altre persone non sono interessate, eppure spiego anche io a loro che i prezzi sono molto più bassi rispetto a quel che pagai io, ma gli slavi non hanno alcun interesse (fosse stata birra magari sì a parer mio) mentre il signore di Lucca ne ha a quantità industriali con la sua signora a casa. La ragazza che ci spiega tutto come dicevo, prova a convincere gli altri, ma non c’è nulla da fare, ci dice francamente che lei lavora ed ha pur bisogno di qualcosa, così insieme facciamo una colletta e le diamo 100 Yuan. Le spiego poi che il destino ha voluto che venissi troppo tardi qua, altrimenti con i suoi modici prezzi avrei di sicuro acquistato qualcosa e mi ringrazia per ciò. Ripartiamo ed ora andiamo a visitare un museo della seta, identico allo stato pratico a quello che visitai sempre l’altra volta, riascolto comunque tutte le spiegazioni ben volentieri ed alla fine la signora finlandese acquista un vestito con fantasia floreale in raso, multicolore, ad un prezzo molto buono, gli altri nulla, anzi, vanno nel pulmino quasi subito, sono disinteressati, del resto che se ne farebbero di cuscini, piumoni o vestiti costosi? Li capisco dato che neppure io prendo nulla, si vedono solo gli americani acquistare oppure ovviamente delle donne. Durante questo ultimo tragitto il signore di Lucca mi racconta come le multinazionali straniere siano ben presenti nel sud del paese, da dove arriva quasi tutto il Made in China, poi anche la Ferrero da poco ha aperto una filiale a Shangai e presto anche una fabbrica per la domanda interna, che sarà grandissima dato che vanno matti per tutti i loro prodotti. Infine parliamo di politica estera, di Putin, di Mao, di quella scema della Fornero che, con la sua riforma, lo costringerà ad andare in pensione a 67 anni nonostante avesse finora lavorato ben 40, con 59 anni di età e poi è il momento di salutarci perché il pulmino lascia lui e la compagna al proprio hotel. Sono stati molto gentili, di compagnia, ho passato con loro una bella giornata veramente. Infine dopo un altro lasso di tempo arriviamo alla stazione centrale, dove scendo con la guida e ci si saluta, mentre il pulmino accompagna i ragazzi al loro hotel. Si sono fatte le sei di sera ormai, devo andare alla fermata degli autobus che vanno in aeroporto per sincerarmi riguardo l’orario di partenza, siccome ho il volo alle 9:00 domattina, opto per prendere l’autobus esattamente alle sei del mattino, dato che sicuramente ci vorrà un’oretta. Vado a prelevare i soldi per il biglietto di domani e la cena odierna in hotel, dove finalmente arrivo, mi faccio la doccia e poi scendo tra una cosa e l’altra alle 20:30 per cenare. Stavolta opto per del pollo con noccioline, cipolla e sinceramente non so cosa altro, ma è tutto buono, infine mi faccio delle foto con delle ragazze del ristorante perché in questi giorni sono state molto gentili e pazienti con me, nonostante non parlassero l’inglese affatto, sono sorridenti e contente per tutto questo, stupite positivamente, scattano con i loro cellulari molte foto. Non mi resta altro che salire in camera, sistemare la sveglia e mettermi a letto, è stata veramente una giornata entusiasmante e sono ben lieto che sia stata così, domani mi attende un viaggio lungo e faticoso, devo riposarmi al meglio e per questo faccio sin da ore le valigie, così non perdo tempo.
Giovedì 29 Agosto 2014

Mi alzo alle cinque del mattino anticipando il suono della sveglia che era regolata per le 5:20, tanto ero sveglio, mi lavo per bene e poi sono pronto per lasciare la stanza, ma prima faccio il solito controllo di routine. Scendo alla reception, mi congedo dalle ragazze salutandole e mi avvio quindi anzitempo alla fermata del bus, faccio il biglietto e mi dicono che partiremo alle 5:40, piuttosto che alle 6:00, meglio ancora insomma, ho fatto bene a partire anzitempo dall’hotel. La giornata sembra bella, per strada vi sono diverse pozzanghere, segno che stanotte ha piovuto, l’aria è fresca e pulita, salgo sull’autobus e mi accomodo, pronto per il tragitto che mi porterà sino al Terminal 2 in aeroporto. Per via del poco traffico arriviamo dopo una quarantina di minuti, quindi proseguo e vado a ritirare i miei biglietti per poi accodarmi e fare come sempre i soliti controlli di rito. Una volta svolto tutto questo, arrivo per le otto in punto al mio Gate, il numero 14, sistemo i miei bagagli in una poltroncina e ne approfitto per andare in bagno e per fare la colazione, a base di thè caldo al limone ed una tortina di cioccolato e crema con sopra una ciliegina. Attendo così che ci chiamino per l’imbarco, il volo partirà esattamente alle 09:05 puntualmente per fortuna stavolta, dopo averne preso qualcuno con del ritardo. Devo purtroppo contraddirmi, perché, ancora una volta, l’Air France ritarda il decollo di un’ora, di conseguenza, dopo essere rimasti più di un’ora all’interno del veicolo in attesa, finalmente si parte. Forse pregiudicherà questo ritardo la mia coincidenza con il volo di Bologna, in quanto da Parigi parto alle 15:35 e secondo questo nuovo piano di volo atterrerò verso le due del pomeriggio, a meno che il pilota non aumenta la velocità per ovviare a questo ritardo. In aereo mi trovo seduto nelle postazioni vicine ai bagni, non ho quindi sedili dinanzi a me, posso sgranchire liberamente le gambe quando riposo, non devo rannicchiarmi ed assumere posizioni scomode quindi. Di fianco ho un ragazzo cinese abbastanza robusto e poi più in là siede un signore francese, io sono ancora una volta dalla parte della finestra, ma non ho oblò alla mia sinistra. Non converso con loro, ma mi colpisce questo ragazzone cinese perché per almeno le prime quattro ore del viaggio non fa altro che tirare fuori mini pacchetti di noccioline tostate, ingurgitandoli come se fosse un maiale che si ciba di ghiande da un secchio. Ho provato a cercare di capire da dove diavolo le tirasse fuori, ma non ha zaino, non ha nulla in cui tenerle apparentemente, deve averne le tasche piene oppure che so io, sotto il ventre ha un marsupio dove li nasconde. Chiusa questa parentesi sarcastica (non me ne voglia il cinese) per pranzo scelgo lo stesso menù del volo di andata, ossia quello francese, cibo cinese ne ho ingurgitato abbastanza in questi giorni ed, onestamente, devo dire che non è affatto male, ma ora ritorno alla cucina europea, avevo qualche pregiudizio verso la cucina cinese, ma i ristoranti che ci sono in Italia non li ho mai frequentati, tranne una volta nel lontano capodanno del 2000 ad Alghero, dove pensavo più che altro a degustare la birra cinese, a mio avviso la maggior parte dei ristoratori cinesi che lavorano in Italia sono dei dilettanti allo sbaraglio, è come all’estero quando tanti italiani si inventano pizzaioli e non sanno neppure cucinare in realtà un piatto di pasta al burro. Passo il tempo alla solita maniera alla fine, ascoltando musica e guardando qualche film, non ho voglia di leggere sinceramente e non ne sento la necessità onestamente. I dati tecnici infine di questo volo non differiscono da quelli di andata, ossia un percorso di circa 8200 km totali a 9500 metri di altezza circa e con una velocità media di circa 900 km orari massimi. A due ore dal volo ci servono di nuovo da mangiare, meno male, anche perché avevo un certo languorino, stavolta ci danno cibo cinese, probabilmente al primo giro ne era avanzato molto ed allora non vi era scelta, prendere o lasciare, ma va bene così. Sono le 14:30 quando atterriamo finalmente a Parigi, cercherò in tutti i modi di raggiungere il mio Gate il più in fretta possibile, questo ritardo di un’ora proprio non ci voleva. I controlli di routine li passo in fretta e furia, ma il problema è come sempre la navetta che porta al Gate, la quale sembra debba fare venti km all’interno di questo aeroporto. La corsa è contro il tempo disperata, appena scendo dal mezzo faccio una corsa, mancano quindici minuti circa, dai video vedo che hanno già terminato di caricare la gente lo stesso, proseguo comunque sia imperterrito ma, una volta giunto sul posto, la mia corsa deve finire. Anche se sono le 15:23, l’aereo è già pronto per decollare, non accettano più nessuno. Con rammarico ho perso così il volo, non per colpa mia. Vengo accompagnato da un signore che sa del ritardo del volo da Pechino, così devo rifare il biglietto, non lo pagherò ovviamente, ma purtroppo il prossimo aereo per Bologna parte alle 20:30. Per scusarsi mi danno un buono di otto euro da utilizzare nel ristorante di fronte al Gate, che sarà per fortuna questo anche per il prossimo tragitto in cielo, così non dovrò affannarmi per raggiungerne un altro. Arriverò a Bologna alle 22 circa, peccato davvero, magari a quell’ora stavo già riposando in casa, sarei arrivato alle 17:15 ed avrei sistemato tutto per bene. Non mi entusiasma affatto stare quasi cinque ore buttato qui in questo aeroporto dispersivo strutturalmente, ma non mi resta altro da fare che attendere e trovare il modo per ammazzare il tempo. Prima o poi qualcuno dovrà spiegarmi come mai il percorso dal controllo documenti fino al Gate è così lungo, girare con le navette percorrendo all’interno diversi chilometri è abbastanza contro producente, se si ha un ritardo come il mio di un’ora, non così grave poi, il rischio di perdere la coincidenza è quasi totale,  io trovo il tutto francamente ingiustificabile, solo qua al Charles De Gaulle ho trovato questo problema fra tutti gli aeroporti in cui finora sono stato durante gli anni nel mondo  ed è la prima volta nella mia vita che perdo un aereo, mai successa una cosa simile. Per fortuna il tempo scorre in fretta, grazie anche al fatto che posso accedere alla rete e quindi navigando in internet ho modo di non sentire il peso del tempo, verso le 19:00 vado nel bar/ristorante per utilizzare quel buono da otto euro, con cui a malapena posso prendere un pacco di patatine ed una bottiglietta di thè al limone, i panini costano intorno ai sette euro, i prezzi ovviamente all’interno dell’aeroporto sono più alti, è naturale sia così. Alla fine è arrivato il momento di partire, puntualmente alle 20:30 lasciamo la capitale francese, io sono molto stanco, durante il volo prendo un bicchiere di Coca-cola e poi dei salatini, per il resto chiudo gli occhi e cerco di riposare, il volo così passa veramente in fretta ed alle dieci in punto atterriamo a Bologna. Ad attendermi fuori c’è un amico, così arrivo a casa verso le 22:30 finalmente, sono quasi 24 ore in piedi, dopo la doccia vado a letto per riposarmi, ne ho bisogno e me lo merito modestamente parlando. Che dire di questa avventura? Innanzitutto la Cina mi ha colpito molto positivamente, soffermarsi sul giudicarla in base agli emigrati che abbiamo qua è quanto meno un qualcosa di superficiale, stanno crescendo molto e spero che possano diventare nostri potenziali clienti, sempre se qua in Italia faranno ripartire la produzione, loro comunque sia si stanno creando un mercato interno e se non possono divenire auto sufficienti per via della globalizzazione, poco ci mancherà. Ho ammirato molto la cultura e la filosofia cinese, le loro tradizioni sono molto interessanti ed a mio avviso dovrebbe essere una meta da visitare. Quanto ad Aksu, ciò che sembrava un’impresa da realizzare, si è rivelata all’atto pratico una cosa semplice, perché non vi sono state affatto difficoltà nel raggiungerla e sono ancora molto sorpreso positivamente riguardo l’hotel in cui ho soggiornato, veramente bellissimo, inoltre i cinesi sono di per sé gentili ed educati, i maschi dovrebbero imparare un bel po’ di galateo, ma da loro si usa fare così, paese che vai usanze che trovi dice un vecchio adagio. In definitiva, mi auguro veramente che questo compleanno riesca a portarmi cose molto positive, di sicuro se un giorno dovessi decidere di tornare in Asia, nell’oriente, opterei senza dubbio per la Cina.














Caro Ciro, tempo fa' ti ho sottoposto la nuova rsm che ho calcolato per il 2015, per gli emirati arabi.Volendo avere piu' certezza di non creare uno stellium in 8° casa, ho trovato Dadnah. all'epoca mi dicesti che non era male ed io ho continuato a cercare, ma senza risultati!Ce ne può essere una migliore, considerando prioritari salute, soldi e sentimenti? Grazie tante, un abbraccio!

teresa, 

C.Mare di Stabia, 23.2.60 ore 5 e 20-25.


Cara Teresa,
come dicevo Dubai può andare bene, ma se tu nutri dubbi sull'orario e vuoi distanziare maggiormente gli astri da ambo i lati dell'Ottava Casa, ti consiglio Perm, Russia.
Molti auguri.






Caro maestro,

mia sorella, da tempo supplente a singhiozzo nelle scuole di Trieste( per accumulare punteggi), quest'anno, per il suo compleanno in giugno, ha una RS con ascendente in terza, urano in decima, plutone in sesta, venere e mercurio in undicesima e marte e saturno insieme in quarta , il sole in dodicesima.
Era indecisa se chiedere il trasferimento dalle graduatorie da Trieste a Gorizia, piccola provincia. Io scherzando scherzando, visto che mi prendono in giro sull'astrologia e non mi sento competente in materia, le ho consigliato di farlo, visto Urano in decima..... , accompagnato da asc in terza ( spostamenti piccoli per lavoro con uso di auto) e lo sa cosa è successo? è passata direttamente di ruolo, cioè contratto a tempo indeterminato!!! si è piazzata prima in graduatoria; avrebbe poi, col marito, nel cassetto il sogno di cambiare casa ( visto che quella dove vivono con l'arrivo di un bambino è troppo piccola, cambiare zona e forse anche città) , progetti che forse a lungo termine andranno a buon fine visto che ha venere in undicesima ; inoltre, durante il mese di agosto, nella casa dove vive ha avuto problemi di tubature. Ma non sa il resto.....suo marito nella sua RS ha marte e saturno anche in quarta .... se mi conferma tale lettura , questa forse potrebbe essere una altra testimonianza che le RS non mentono.

Grazie mille
Daniela

Certamente non mentono. Se si trattasse solo di ciò, ci metterei la firma. Consiglia loro di stare molto attenti all'impianto del gas, a possibili incendi e a incidenti domestici vari.






salve maestro, tempo fà le avevo chiesto quale sarebbe stato il luogo ideale per trascorrere il prossimo anno al meglio e lei mi ha risposto (come sempre disponibile) JOHANNESBURG . Qualche settimana fà ho conosciuto una donna che mi interessa non poco, la cui data di nascita (27/11/1969 ore 16 caserta) mentre la mia è 27/11/1960 ore 9,10 caserta. La mia domanda è ..Johannesbrug può andare bene anche per lei volendo portarla con me? o quale potrebbe essere un luogo favorevole ad entrambi? grazie comunque per la sua disponibilità e gentilezza..

Giuseppe

Caro Giuseppe,
naturalmente no e naturalmente non esiste un luogo che vada bene per il compleanno di entrambi: diversamente staremmo battezzando una nuova branca di oroscopetti: gli oroscopetti di RS!






Carissimo Ciro, mille grazie per gli affettuosi auguri! 

Giovanna Bianco






Carissimo maestro dopo il tentativo fallito di sposarmi in Spagna sono di nuovo a calcolare una data per un. Buon matrimonio. Ho verificato che il 28 ottobre 2014 alle 7 del mattino a Roma potrebbe non essere male. Confermi che le regole di una buona data matrimoniale possano considerarsi rispettate? La Venere purtroppo è' in scorpione ed i luminari non sono in rapporto tra loro ma pensavo che potesse comunque andare bene. Se confermi mi attivo! 

Catia

Carissima Catia,
prima di guardarmi la data direi che è meglio evitare lo Scorpione, come Sole e come Venere, per un matrimonio.
Proviamo ancora.
Un abbraccio.













Per Tutti. Non è una notizia importante, ma vi invito a leggerla perché potrà spiegare, a qualcuno, il perché di un certo rumore di fondo che disturba, da qualche anno, l’Astrologia:





For Everybody. It is not an important news, but I invite you to read it because it can explain, to someone, the why of a certain noise leading that disturbs, from a few years, the astrology:









Buona Giornata a Tutti.
Ciro Discepolo



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Per vedere bene i grafici zodiacali e le foto, occorre cliccarci sopra: si ingrandiranno.

To see well a graph, click on it and it will enlarge itself.


Passando il puntatore del mouse su di un grafico, leggerete, in basso a destra dello schermo, il nome della località consigliata. Se ciò non dovesse avvenire, vi consiglio di usare come browser Chrome di Google che è gratuito e, a mio avviso, il migliore.

Where it will be my birthday?
Passing the mouse pointer on a graph, you will read, in low to the right of the screen, the name of the recommended place. If this didn't have to happen, I recommend you to use as browser Chrome of Google that is free and, in my opinion, the best.



A che ora sarà il mio compleanno? (At what time I will have my Solar Return?):





Qual è l’Indice di Pericolosità del Mio Anno?
CALCULATE, FREE, YOUR INDEX OF RISK FOR THE YEAR (as explained in the book Transits and Solar Returns, Ricerca ’90 Publisher, pages 397-399):




Quanto Vale il Mio Rapporto di Coppia?
Test Your Couple Compatibility:



Sabi Sabi Selati Camp: Where I Have Lost Everything: